domenica, 17 Novembre, 2024
Società

La Nasa studia gli UFO e nega vite aliene

Nell’ambito della ricerca dei fenomeni aerei non identificati (UAP), comunemente chiamati UFO, un gruppo di lavoro della NASA ha reso pubblici i risultati delle analisi condotte fino ad oggi. Durante la conferenza organizzata il 31 maggio, rappresentanti di varie di diverse istituzioni governative hanno discusso dei progressi effettuati nello studio di questi avvistamenti misteriosi. Secondo i ricercatori, la quasi totalità delle segnalazioni analizzate non presenta elementi che indichino una connessione con attività extraterrestri, ma molti degli avvistamenti possono essere spiegati come operazioni militari segrete, sia interne che ostili, o come illusioni ottiche. Solo un ridotto numero di segnalazioni rimane inspiegabile, sollevando alcuni interrogativi.

Durante la conferenza, è stato presentato l’esempio del video chiamato GOFAST, registrato dalla Marina militare statunitense nel 2015 che mostra un oggetto che sembra accelerare rapidamente con modalità e traiettorie non compatibili con quelli dei veicoli volanti conosciuti. Ma fenomeni come questo possono essere spiegati utilizzando conoscenze matematiche e ottiche. Secondo i calcoli effettuati, l’oggetto nel video stava viaggiando a circa 60 chilometri all’ora, ma a causa della prospettiva della ripresa sembrava muoversi molto più velocemente nel cielo. Un altro video mostrato durante l’evento, registrato da un drone lo scorso anno in un’area non specificata del Medio Oriente, raffigura un oggetto sferico che si muove velocemente a mezz’aria. Una possibile spiegazione potrebbe essere che si tratti di un pallone sonda per le rilevazioni atmosferiche finito alla deriva, ma al momento non ci sono elementi sufficienti per confermare questa teoria.

La conferenza è un’anteprima del rapporto completo che sarà presentato della NASA entro la fine di luglio e si concentrerà principalmente su consigli e raccomandazioni per migliorare i sistemi di rilevazione e registrazione degli avvistamenti, organizzare studi più coerenti e adottare un approccio scientifico unificato. I relatori hanno ammesso che saranno necessari molti anni per sviluppare sistemi più avanzati per l’analisi degli avvistamenti. Il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti ha fornito dati significativi durante la conferenza: negli ultimi 27 anni, sono stati raccolti circa 800 casi di avvistamenti, ma solo poche decine continuano a sfidare le spiegazioni convenzionali, mentre l’aumento della quantità di segnalazioni negli ultimi anni può essere attribuito alla maggiore presenza di telecamere, smartphone e altri dispositivi di ripresa che consentono di documentare tali eventi.

Nel corso dell’anno scorso, la NASA ha costituito un gruppo di lavoro con l’obiettivo di fornire consulenza e linee guida per migliorare la registrazione degli avvistamenti e ottenere dati più affidabili per le analisi. Quando un avvistamento viene adeguatamente analizzato e spiegato, l’UFO perde la sua definizione originaria e assume un’etichetta diversa. Gli scienziati concordano sul fatto che questi possono esistere senza che ciò implichi necessariamente la presenza di forme di vita aliene o che questi oggetti non identificati siano il risultato delle loro tecnologie. Nonostante ciò, il termine UFO è diventato un sinonimo di astronavi aliene, che i Governi valutano per il possibile riscontro di minacce alla sicurezza nazionale o di nuove tecnologie sviluppate a fini militari o civili.

Resta, dunque, il fatto che molte segnalazioni di avvistamenti possono essere spiegate con eventi banali, come ha raccontato l’ex astronauta Scott J. Kelly durante la conferenza, condividendo un’esperienza personale in cui, mentre pilotava un aereo da combattimento supersonico Grumman F-14 Tomcat, il suo compagno di volo gli segnalò di aver visto un UFO. Dopo un’indagine più approfondita, si scoprì che si trattava di un palloncino a forma di Bart Simpson.

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