domenica, 17 Novembre, 2024
Ambiente la casa di tutti

Energetiche rinnovabili ma prima di tutto comunità

Formalmente le Comunità Energetiche Rinnovabili (CER), previste dalla Direttiva Europea RED II (2018/2001/UE), sono state introdotte in Italia con la conversione in legge del Decreto Milleproroghe 162/2019. In realtà, nel nostro Paese, risalgono alla fine dell’Ottocento quando, soprattutto le comunità montane, si organizzavano per la produzione in loco dell’energia elettrica.

Una CER, lo dice il nome stesso, è un’associazione di almeno 2 soggetti di varia natura o attività d’impresa, o commerciali, o amministrazioni pubbliche (scuole, ecc.) o di cittadini che, insieme, producono, scambiano e consumano energia da fonti rinnovabili su scala locale, purché allacciati alla stessa cabina primaria; la soglia di potenza id picco per singolo impianto CER è di 1 MWp e la durata di una CER ‘ almeno 20 anni (durata degli incentivi).

La comunità, dunque, come base per la creazione e la distribuzione di un bene comune, l’energia, e come occasione per dimostrare senso civico e capacità di stare insieme, di fare, appunto, comunità.

Al momento in cui sto scrivendo non sono ancora stati pubblicati i decreti attuativi del D.Lgs. 199/2021, per cui stiamo lavorando su pipeline di potenziali CER in attesa del Decreto finale.

Ma il percorso per la loro costituzione è certo, e si delinea in questi passi:

  1. PREFATTIBILITA’: Individuare i soggetti aderenti e analizzare i fabbisogni energetici e individuazione delle fonti rinnovabili installabili o già presenti (es. Fotovoltaico, Geotermia, idroelettrico, ecc.), e l’energia potenzialmente distribuibile tra gli aderenti alla CER, l’incentivo infatti è riconosciuto solo per l’energia condivisa tra gli aderenti;
  2. FATTIBILITA’ REALE: redazione del progetto della CER, che descrive in dettaglio la Tipologia di impianto Fonti Rinnovabili, le curve di fabbisogno energetico e lo scambio, il Business Plan della CER  con i costi iniziali (anche on la verifica di eventuali incentivi pubblici PNRR o regionali), gli Incentivi a cui si ha diritto dal Gestore Servizi Energetici (GSE) ed i costi di gestione e manutenzione nei 20 anni successivi;
  3. COSTITUZIONE: Verifica requisiti dei membri potenziali della CER e costituzione della Società no profit nella forma piu’ idonea, definendo la ripartizione die benefici derivanti ai membri;
  4. REALIZZAZIONE: installazione e/o utilizzo degli impianti FER nuovi o esistenti,  e realizzazione dei sistemi di conteggio dei consumi (METER) per il calcolo dell’energia prodotta, consumata e condivisa tra i membri, che è quella soggetta ad incentivo GSE.
  5. GESTIONE:   Richiesta degli incentivi al MISE ed erogati dal GSE, entro 90 gg. dalla realizzazione

Chi fosse interessato alla CER, puo’ quindi partire per la Prefattibilità al fine di essere pronto all’uscita die decreti ed incentivi del PNRR (la Mission 2 del PNRR prevede 2.2 Miliardi per avviare CER nei Comuni sotto i 5000 abitanti).

Noi abbiamo già degli esempi  concreti, come quello in fase di Costituzione, in attesa dei decreti,  al Monastero di Marango che ospita una piccola “comunità” religiosa composta da monache e monaci. E’ nel mezzo di un’area di bonifica a nord di Venezia. Questa comunità, oggi, attentissima alle tematiche ambientali si sta rendendo completamente ecosostenibile, anche in ottemperanza alla Laudato Sì di Papa Francesco. Comunità, appunto, in quanto insieme di persone che condividono uno stesso destino, le stesse regole, la stessa fede. E’ per questo che le Comunità Energetiche Rinnovabili si chiamano così, perché ci dovrebbero indurre a considerare la nostra con-cittadinanza come espressione di un patto di reciproco impegno degli uni verso gli altri.

Ogni cittadino condivide con gli altri l’interesse a produrre e consumare energia pulita e rinnovabile nel pieno rispetto del Pianeta e dell’ambiente in cui vive. Comunità Energetiche come una delle tante facce delle Comunità delle collettività di cittadini che aspirano alla condivisione, concittadinanza, alla buona vita e alla fratellanza. L’esempio che viene dal monastero di Marango ora è realizzabile in ogni ambito della società civile. Appena il decreto che promuove e organizza le modalità di costruzione delle Comunità Energetiche Rinnovabili sarà autorizzato dalla Commissione Europea anche le famiglie, le imprese, i negozi italiani potranno produrre e condividere l’energia a impatto zero. Le comunità energetiche, pertanto, rappresentano un modo concreto di produrre e consumare nel rispetto dell’ambiente, alimentando quella coesione sociale e solidarietà universale.
Si tratta di una grande sfida non solo per la produzione e l’autoconsumo di energia elettrica, ma anche di una grande sfida per la realizzazione di patti tra cittadini e cittadine che dovranno saper condividere regole comuni.

Un’ altra possibilità è infatti l’AUTOCONSUMO in Condominio, dove i condomini condividono gli impianti di Fonti Rinnovabili secondo gli stessi principi della CER di cui sopra. Unica nota in piu’ è la Condivisione ed Approvazione in Assemblea di Condominio che pero’ funge dal soggetto gestore, e quindi si elimina il passaggio della Costituzione.

Quante volte sentiamo dire che le liti di condominio sono le più lunghe e feroci? Come se la vicinanza tra persone fosse motivo di contrasti più forti. Come se “il tuo prossimo” fosse fonte di maggiori dispiaceri? Credo che la costruzione di Comunità energetiche in Autoconsumo nei condomini, possa diventare, invece, un motivo di condivisione di interessi, come quello, per esempio, di ridurre il costo delle bollette energetiche, ma anche di un esercizio diffuso di imparare a “fare comunità”, a sentirsi attivi e partecipi in quanto con-cittadini. Mettere insieme delle famiglie, dei condomini, con imprese, con enti pubblici o parrocchie, con soggetti del commercio per un interesse comune di tutela dell’Ambiente significherà anche saper distinguere il proprio – piccolo – mondo dalle Comunità più grandi alle quali apparteniamo.
L’Italia, l’Europa, l’Occidente sono impegnati nel carbon zero, e stanno per passare attraverso la vera rivoluzione, che è la transizione ecologica.

Si tratta di considerare come “nostro prossimo” anche le future generazioni che avranno diritto a trovare un mondo pulito, rigenerato e accogliente. Fare “comunità” significa, prima di tutto, condividere la propria vita con quella di altri. E’ per questo sono convinta che le Comunità Energetiche Rinnovabili rappresentino qualcosa di più che un semplice espediente per diminuire i costi delle bollette della luce. Credo che le CER saranno una buona cartina di tornasole di quanto gli italiani e le italiane siano e si sentano, veramente, con-cittadini e, nella dimensione più alta e futura, siano capaci di intendere la vita sul nostro Pianeta, come peraltro ci invita oggi la nostra COSTITUZIONE , all’art. 9 e 41, con i quali si stabilisce che la Repubblica tutela anche “l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni’

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