Reciproci ringraziamenti e note positive di intesa ci sono, ed è già un risultato significativo. Tra le pieghe restano le scelte concrete che Tunisi metterà in campo su migranti, riforme e libertà civili, per dare quelle garanzie sulle quali poggiano i soldi di Europa e Fmi, e l’impegno di garante promosso dall’Italia
Meloni e la visita lampo
Tutto in un giorno e tutto di un fiato la missione del presidente del Consiglio Giorgia Meloni in Tunisia. Paese chiave per arginare il traffico di migranti e dare stabilità ad un’area, il Corno d’Africa che vive tra rilancio economico e democratico e rischio di involuzioni. “Sono molto felice di parlare con lei dei nostri problemi”, dice il presidente della Repubblica di Tunisia Kais Saied nel stringere la mano al premier Giorgia Meloni all’entrata del Palazzo presidenziale di Cartagine. “Lo dico a voce alta”, sottolinea il presidente Saied, “oggi lei è una donna che dice a voce alta ciò che altri pensano in silenzio”. “Sono molto felice di essere qui”, risponde Giorgia Meloni dando inizio ad un colloquio che si protrae per un’ora e 45 minuti. Il tempo per confrontare non solo pareri e riflessioni, ma per verificare in concreto le opportunità che la visita lampo del premier italiano porta con sé.
Note positive di cooperazione
“Italia e Tunisia sono due nazioni storicamente legate, due nazioni amiche, che hanno legami molto antichi e che devono saper cooperare insieme, sempre di più sempre meglio. Così come noi intendiamo fare”, ribadisce il premier Giorgia Meloni nella dichiarazione a termine dell’incontro, “La stabilizzazione del quadro politico e di sicurezza, la crescita della democrazia in Tunisia è ovviamente indispensabile, per la Tunisia ma anche per l’Italia, e perché si possa insieme raggiungere potenziali che sono straordinari dal nostro punto di vista. In questo che è sicuramente un periodo di difficoltà del quadro internazionale, per la Tunisia e tutta la regione, io ho voluto confermare al presidente Saied il sostegno dell’Italia a 360 gradi”, sottolinea il presidente del Consiglio italiano, “il sostegno ad esempio al bilancio tunisino, l’apertura di linee di credito a favore soprattutto dello sviluppo, partendo dalla piccola e media impresa fino al settore agroalimentare. È un ulteriore impegno che si aggiunge ai numerosi progetti di cooperazione italiana nel Paese, che ammontano a 700 milioni di euro nel loro complesso, e focalizzano l’attenzione sui settori prioritari, agricoltura, istruzione, formazione professionale, la sanità, i servizi di base”.
Migranti ed energia punti chiave
Il dialogo poggia su richieste che vanno dai migranti, alla tutela delle infrastrutture energetiche.
Il Governo tunisino da parte sua deve attuare riforme economiche e sociali. Se ci saranno Italia, Europa e Fondo monetario internazionale sono pronte a concedere gli aiuti promessi: 500 milioni di euro più le prime rate dei 2 miliardi di dollari Fmi. Tunisi nelle settimane scorse si era scrollato di dosso le contropartite definendole “inaccettabili”. Su questa situazione ha mediato il governo italiano.
Toni concilianti per un accordo
L’Italia ricorda Giorgia Meloni, sostiene la Tunisia nella trattativa con il Fondo monetario internazionale. “Nel pieno rispetto della sovranità tunisina ho raccontato al presidente Saied degli sforzi che un Paese amico come l’Italia sta facendo per cercare di arrivare a una positiva conclusione dell’accordo tra Tunisia e Fmi”, torna a puntualizzare Giorgia Meloni che, “resta fondamentale per un rafforzamento e una piena ripresa del Paese”.
Visita con Von der Leyen
Il presidente del Consiglio inoltre annuncia una notizia accolta con favore dai leader tunisini. “Anche a livello di Ue”, fa presente, “l’Italia si è fatta portavoce di un approccio concreto per aumentare il sostegno alla Tunisia sia nel contrasto alla tratta di esseri umani e all’immigrazione illegale, ma anche per un pacchetto di sostegno integrato, di finanziamenti e di opportunità importanti a cui sta lavorando Bruxelles. Sono molto grata alla Commissione europea. Per accelerare l’attuazione di questo pacchetto dell’Ue ho dato al presidente Saied la mia disponibilità a tornare presto qui in Tunisia anche insieme alla presidente Ursula von der Leyen”.
Migranti risultati positivi
Ieri si è manifestato un clima di intesa su più questioni. Giorgia Meloni nel colloquio con il presidente Kais Saied e successivamente con Najla Bouden Ramadan – anche lei prima donna premier nel suo Paese – ricorda le ragioni delle relazioni fra Italia e Tunisia. In particolare quelle legate ai flussi dei migranti.
“Noi”, osserva il premier italiano, “abbiamo già contribuito e contribuiamo alla capacità di gestione delle frontiere in Tunisia, siamo pronti a fare di più anche con il coinvolgimento dell’Unione europea, sul quale stiamo lavorando. Ma l’approccio securitario non è sufficiente se poi non si fa un lavoro importante che riguardi anche investimenti, sviluppo, formazione, i flussi di migranti regolari e la possibilità di offrire alle persone condizioni di vita migliori”. In merito alla pressione migratoria dal Nord Africa, Meloni descrive i risultati raggiunti.
“Abbiamo fatto fin qui un ottimo lavoro insieme alla Tunisia, gli sbarchi in Italia sono sensibilmente diminuiti a maggio rispetto a marzo e aprile. Chiaramente siamo di fronte alla stagione più difficile da questo punto di vista, non possiamo che essere preoccupati per i prossimi mesi e riteniamo che si debba intensificare il nostro lavoro comune rafforzando la collaborazione con le autorità tunisine nell’attività di prevenzione soprattutto nella regione di Sfax, dal cui parte la gran parte dei migranti irregolari”.
Saied, Conferenza a Roma
Giorgia Meloni, riferisce al termine dell’incontro l’ipotesi discussa con il presidente Saied di una conferenza internazionale a Roma sul tema della migrazione e dello sviluppo, “per cercare di mettere assieme tutte le necessità legate a un fenomeno che è sicuramente molto imponente e va affrontato a 360 gradi. Faremo del nostro meglio”, puntualizza il premier, “per immaginare un evento di questo tipo nel minore tempo possibile”.
Energia e tutela di infrastrutture
Al centro del bilaterale anche il dossier energia. Secondo Meloni, “la cooperazione in materia energetica tra Italia e Tunisia si rafforza grazie al cavo sottomarino di collegamento elettrico Elmed: anche su questo l’Italia ha fatto un lavoro importante perché fossero garantiti i finanziamenti”, spiega Giorgia Meloni che ricorda come il collegamento, “diventa una infrastruttura strategica che lega ulteriormente il destino delle nostre due nazioni”, consentendo a Roma e Tunisi “di diventare degli hub di approvvigionamento energetico per l’Europa e per i paesi africani”.
Il gasdotto algerino
La parte delle infrastrutture energetiche inoltre interessa in particolare l’Italia. Il gas algerino oggi primo fornitore per l’Italia, passa infatti per quasi 400 chilometri attraverso la Tunisia prima di raggiungere il Mediterraneo e approdare in Sicilia allacciandosi alla rete nazionale. A descrivere lo scenario tunisino e l’importanza per l’Italia è stata la stessa Giorgia Meloni nelle fasi di presentazione della visita, organizzata con un lavoro diplomatico condiviso con il ministro degli Esteri Antonio Tajani. “Oggi la Tunisia è in difficoltà”, aveva precisato nei giorni scorsi il presidente del Consiglio, “Vive una situazione molto delicata perché rischia un default finanziario e chiaramente se va giù il governo tunisino vivremo uno scenario assolutamente preoccupante. Ed è su questo scenario che lavoriamo”.
Più pragmatismo che rigidità
Il timore di un possibile default dell’economia e della democrazia tunisina preoccupa l’Italia. Non ne fa mistero Giorgia Meloni convinta che verso Tunisi in questo momento serva più pragmatismo che rigidità. Lo sottolinea anche il ministro degli Esteri Antonio Tajani, “Vanno “calibrate alle esigenze sociali della popolazione”, ha detto Tajani, prima della partenza del premier per Tunisi. Il ministro Tajani che ha sentito il suo omologo tunisino Nabil Ammar e nei prossimi giorni a Washington incontrerà la presidente del Fmi, Georgieva.