domenica, 15 Dicembre, 2024
Cultura

Fede e arte per Martin Scorsese

“The Global Aesthetics of the Catholic Imagination”, l’estetica globale dell’immaginario cattolico, tema inusuale per il Vaticano per indagare il rapporto tra fede e arte. A lanciarlo in un convegno è stata la rivista gesuita La Civiltà Cattolica in collaborazione con la Georgetown University di Washington. Ospite d’eccezione Martin Scorsese, che ha deciso di prolungare il suo soggiorno in Europa dopo la premiere fuori concorso del suo ultimo film, “Killers of the Flower Moon”, al Festival di Cannes. Il film ha ricevuto una standing ovation che è durata impressionanti nove minuti. Durante il tempo trascorso in Italia, il regista ha partecipato a una serie di incontri aperti al pubblico presso la Casa del Cinema di Roma e la Cineteca di Bologna, dedicati agli appassionati di cinema e ha tenuto una masterclass riservata agli studenti della Scuola Nazionale di Cinema presso il Centro Sperimentale di Cinematografia.

Il regista ha avuto l’onore di un incontro privato con Papa Francesco, prima di intervenire al convegno in cui ha annunciato una prossima sceneggiatura per un film su Gesù dopo l’invito del Pontefice a cimentarsi con una opera d’arte di questa rilevanza semantica. Alla discussione hanno partecipato anche 40 artisti provenienti da diversi Paesi e che si fossero dichiarati cattolici o che il cattolicesimo abbia avuto un impatto significativo sul loro sviluppo artistico. In questa occasione, il regista ha parlato dei suoi film, condividendo aneddoti personali e facendo riferimento a opere cinematografiche a tema religioso da lui ammirati, come “Il Vangelo secondo Matteo” di Pier Paolo Pasolini e menzionando il significato dei suoi film precedenti legati alla figura di Gesù, come “L’ultima tentazione di Cristo”, interpretato dall’attore Willem Dafoe

Nel 1988, infatti, Martin Scorsese in quell’epico film aveva già affrontato un’esperienza religiosa e nonostante la pellicola sia stata oggetto di aspre critiche, ricevette una nomination agli Oscar come miglior regista nel 1989 e due nomination ai Golden Globe: una per la miglior attrice non protagonista, Barbara Hershey e l’altra per la colonna sonora di Peter Gabriel.

 

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