Berlusconi ha un sogno: riprodurre in Europa una coalizione di centrodestra come quella che ha vinto le elezioni in Italia guidata da un forte Partito popolare. Ma il sogno si scontra con una dura realtà e soprattutto con le divergenze sostanziali tra Meloni Salvini che a Roma possono convivere ma a Strasburgo difficilmente andrebbero d’accordo. Nel Parlamento europeo i tre partiti FI, FdI e Lega appartengono a tre diverse famiglie che non sono in particolari buoni rapporti tra loro. Il PPE è la forza più consistente con 176 membri e vorrebbe essere il perno anche della prossima maggioranza a Strasburgo. Il gruppo guidato da Meloni, ECR, conta 64 membri come quello cui appartiene la Lega (ID). Un centrodestra europeo vincente come lo immagina Berlusconi dovrebbe includere anche componenti liberali che oggi si trovano nel gruppo Renew Europe di Macron e Renzi-Calenda che con i suoi 102 membri ha varie anime. Come si vede l’operazione è tutt’altro che semplice.
Un avvicinamento tra il PPE e Meloni è da tempo in corso ma finora non ha dato risultati concreti.
Se Fratelli d’Italia lasciasse ECR per passare nel PPE Meloni perderebbe la leadership di un insieme di forze di destra che nel corso di questi anni sono cresciute in maniera significativa. Più che un cambio di gruppo è probabile che Meloni voglia rimuovere nel PPE tutte le diffidenze che esistono nei confronti dei vari partiti nazionali che aderiscono a ECR. Insomma Meloni potrebbe presentarsi verso il PPE come garante della democraticità e affidabilità degli altri partiti che fanno parte di ECR e quindi provare a realizzare l’alleanza. È presto per dirlo. Manca un anno. Di sicuro c’è che a Salvini il sogno berlusconiano non appassiona più di tanto. La Lega non ha intenzione di entrare nel PPE, preferisce restare con Marie Le Pen e difficilmente potrebbe far parte di una coalizione con i liberali di Macron.
I giochi sono tutti aperti. Il sogno di Berlusconi potrebbe non realizzarsi pienamente ma meloni ha molte carte in mano per poter provare a spostare il Ppe dall’alleanza con i socialisti a quella con i conservatori.