sabato, 16 Novembre, 2024
Economia

Incentivi alle imprese. Conflavoro al Senato: utili per assunzioni, ambiente e innovazioni

Come fare a capire se gli incentivi dati alle piccole imprese funzionano? Se davvero creano più posti di lavoro e aumento di fatturato? Su questi temi la Conflavoro Pmi e Innova Finance hanno presentato in audizione alla 9° Commissione del Senato uno studio e alcune proposte per migliorare il riordino e l’efficienza degli incentivi. In particolare la necessità di sostenere le imprese che assumono che hanno progetti ambientali e di innovazione.

Nuove regole per gli incentivi

All’appuntamento erano presenti Irene Botta, responsabile Relazioni istituzionali di Conflavoro Pmi affiancata da Francesco Lombardi di Innova Finance, partner dell’associazione in materia di finanza agevolata. Secondo Conflavoro è necessario “creare un legame tra l’incentivazione e il raggiungimento di determinati obiettivi, prevedendo l’estensione dei meccanismi premiali a quelle imprese che intendano investire in termini di sostenibilità ambientale, efficientamento energetico, incremento occupazionale, ricerca e sviluppo, sicurezza sul lavoro e formazione a fini aziendali o di inserimento in organico di nuove risorse”.

No agli abusi distorsivi

“Bene la riduzione e semplificazione degli incentivi, mettendo al centro l’inclusione e il superamento del divario Nord-Sud”, ha puntualizzato Irene Botta, “oltreché la coesione tra i vari livelli amministrativi previsti dalla riforma, ma si può fare di più. Per efficientare davvero il sistema riteniamo sia necessario stabilizzare gli incentivi e individuare i settori strategici su cui concentrare le risorse, consentendo quindi un’adeguata pianificazione degli investimenti aziendali”. “Servirebbe anche a scongiurare le distorsioni di mercato”, ha sottolineato l’esponente di Conflavoro, “legate all’uso/abuso di forme di incentivazione poco o mal regolate, basti vedere quanto accaduto col Superbonus”.

Verificare l’uso degli incentivi

A supporto delle posizioni di Conflavoro PMI, i dati elaborati da Innova Finance. Secondo la ricerca, per le imprese che sfruttano mediamente i contributi in modo strutturale e non a spot, “le 35 mila euro di agevolazione favoriscono l’incremento di un posto di lavoro, così come per ogni euro di contributo si ha mediamente un incremento di fatturato di 5,90 euro”.

“Come dimostra la ricerca”, spiega Francesco Lombardi, “tante piccole agevolazioni, spesso anche difficili da rintracciare, non aiutano lo sviluppo dell’impresa. Viceversa”, calcola Lombardi, “un singolo incentivo chiaro e strutturato, vedi Industria 4.0, favorisce una crescita esponenziale degli investimenti e dell’acquisto di beni digitali, automatici ed interconnessi, stimolando la capacità dell’impresa di crescere a 360 gradi in virtù del sostegno premiante individuato nell’agevolazione. L’aumento degli investimenti dal 2017 dimostra infatti che l’impresa è in grado di investire e lo fa se viene aiutata”.

Sì ai parametri di valutazione

Ci deve inoltre essere un metro di valutazione per verificare se gli incentivi hanno dato dei veri risultati. “Per far ciò è necessario”, hanno spiegato i delegati di Conflavoro Pmi e Innova Finance, alla Commissionedel senato, “introdurre parametri di valutazione per certificare l’obiettivo, ottenendo al contempo maggiore chiarezza e un facile monitoraggio dei risultati”.

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