Accolto dagli applausi di migliaia di persone accorse davanti all’Altare della Patria di Roma per la Festa del 2 giugno, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella (dopo aver deposto una corona di alloro sulla tomba del Milite Ignoto) ha elogiato la partecipazione dei cittadini che ha testimoniato “il sentimento di attaccamento ai valori costituzionali e l’affetto verso le Forze Armate”, grandi protagoniste tra i passaggi delle Frecce Tricolori e la sfilata dei reparti dei Carabinieri, della Polizia, della Guardia di Finanza, dell’Esercito e della Marina. Ma ieri il capo dello Stato ha voluto, per prima cosa, insistere sui valori della Repubblica (a 77 anni dalla sua nascita) e della Costituzione che sono “la guida nel cammino di un’Italia autorevole protagonista in quell’Unione Europea che abbiamo contribuito a edificare. Libertà, uguaglianza, solidarietà, rispetto dei diritti dei singoli e delle comunità – ha aggiunto – sono pilastri fondamentali della Carta”.
Un messaggio per gli italiani all’estero
Il Presidente nel corso del suo intervento ha anche parlato di integrazione tra popoli, facendo l’esempio di tutti quegli italiani che, non senza difficoltà, sono andati a cercare fortuna altrove, contribuendo alla fine “alla crescita, economica e civile, dei Paesi ospitanti; integrandosi, perfettamente, in quei contesti, con ingegno, passione e nuovo spirito civico”. Mattarella ha aggiunto che oggi, lavorare all’estero, non dovrebbe più rappresentare una scelta obbligata, ma un’opportunità, soprattutto per i giovani ed è dunque “responsabilità, della Repubblica, far sì che si tratti di libera scelta”. Il capo dello Stato si è anche soffermato sul conflitto in Ucraina, confermando che l’Italia è fermamente schierata per la difesa della sua libertà, integrità territoriale e indipendenza, “perché non vi sia un futuro nel quale la forza del diritto viene sostituita dal diritto del più forte”.
Le altre cariche dello Stato
Ad accompagnare il Presidente, le altre cariche dello Stato: i presidenti di Senato e Camera, Ignazio La Russa e Lorenzo Fontana, il ministro della Difesa Guido Crosetto e la premier Giorgia Meloni. Quest’ultima si è soffermata principalmente sulla parola patria: “La comunità nazionale, alla fine è questo: una dimensione di sacrifici che si compiono insieme per chi l’ha fatta prima di noi e per noi che lo facciamo verso gli altri. Se noi non ricordiamo che quello che abbiamo qualcuno l’ha costruito anche sacrificandosi per questo allora non capiamo neanche il senso di perché noi dovremmo sacrificarci per chi verrà dopo di noi”.