Charlie Javice, un imprenditrice accusata di aver ingannato JPMorgan Chase nell’acquistare “Frank “, ovvero la sua società di aiuti finanziari del college, ora chiusa, è stata incriminata con l’accusa di frode. L’atto d’accusa del gran giurì depositato presso il tribunale federale di Manhattan l’ha accusata di cospirazione, frode bancaria e telematica e frode in titoli. Il procuratore degli Stati Uniti, Damian Williams, ha dichiarato che la Javice “aveva organizzato uno sfacciato piano per frodare la JPMorgan Chase nel corso di un’acquisizione da 175 milioni di dollari della sua azienda. In tal modo, ha mentito direttamente alla più grande banca degli Stati Uniti e ha fabbricato dati per supportare quelle bugie, il tutto per guadagnare oltre 45 milioni di dollari dalla vendita della sua azienda. la Javice, che era apparsa nell’elenco “30 Under 30” di Forbes 2019 – ha gonfiato falsamente il numero di clienti della sua ditta “Frank” per indurre in modo fraudolento la banca ad acquisirla. La ragazza, trentunenne, aveva fondato la piattaforma di aiuti finanziari del college nel 2017 e la JPMorgan Chase l’aveva acquisita nel 2021. Come parte dell’accordo, la banca aveva assunto la Javice ed altri dipendenti di “Frank”. La donna ha ricevuto oltre 21 milioni di dollari per aver venduto la sua partecipazione in “Frank” alla banca e altri 20 milioni come bonus di ritenzione. I pubblici ministeri hanno affermato che il fondatore aveva ripetutamente affermato che la società aveva 4,25 milioni di clienti studenti, mentre il realtà aveva meno di 300.000 utenti. Javice aveva chiesto ad un esperto di fabbricare un elenco di clienti nel momento in cui la banca avesse chiesto la prova dei dati dell’utente di “Frank”. L’esperto è stato ricompensato con 18.000 dollari per i suoi servizi. La donna, inizialmente aveva chiesto al direttore del settore telematico della “Frank” di generare i dati falsi, ma l’ingegnere era a disagio e ha risposto: “Non voglio fare nulla di illegale”, al che la Javice avrebbe risposto “nessuno di noi vuole finire con le tute arancioni”.