Più spazio al Mezzogiorno e aiuti all’imprenditoria diffusa di minori dimensioni. È la proposta della Confcommercio–Imprese per l’Italia, presentata alla Commissione del Senato sul disegno di legge di riforma
del sistema degli incentivi alle imprese.
Attenzione al Mezzogiorno Le possibilità che il Governo può aprire a sostegno delle imprese per la Confederazione devono essere messe a disposizione in misura maggiore per le il Sud Italia e per le piccole
imprese.
“Apprezziamo i principi che ispirano la riforma”, puntualizza Paolo Ferrè, del Consiglio direttivo della Confederazione, “in particolare quelli volti a semplificare la materia, anche tramite un ‘codice degli incentivi’ e ad assicurare la programmazione, su base pluriennale, di risorse finanziarie adeguate. Allo stesso tempo
avvertiamo l’esigenza di un orientamento più attento alle esigenze specifiche del Mezzogiorno e dell’imprenditoria diffusa di minori dimensioni”.
Per la Confcommercio–Imprese per l’Italia è necessario che si mantenga l’impegno delle agevolazioni previste dal credito d’imposta. “È necessario”, sostiene Paolo Ferrè, “un più esplicito coordinamento con
la riforma del fisco, visto che un’aliquota non trascurabile delle agevolazioni assume la forma di crediti di imposta”.
Bonus e incentivi confermati
L’iniziativa di Confcommercio–Imprese cade in un momento economico delicato per le Confederazioni del commercio. Sono infatti loro a subire i maggiori problemi dall’inflazione, la corsa dei prezzi, la caduta dei
consumi, l’aumento del costo dei mutui, e la bolletta energetica che dopo gli aiuti di Stato è tornata a farsi sentire. In questo quadro gli aiuti previsti dal Governo diventano importanti. “Con la Legge di Bilancio è stata rinnovata una serie di Bonus e incentivi dedicati alle imprese”, evidenzia la Confcommercio, “per sostenere il mondo produttivo, in particolare a seguito dell’emergenza pandemica. Si tratta di misure fiscali, come ad esempio finanziamenti a fondo perduto o agevolazioni per l’acquisto di nuovi beni strumentali, avviate negli
anni scorsi e prorogate anche nel 2022 e nel 2023”.
Gli aiuti e l’attesa del Pnrr
La Confcommercio elenca gli aiuti già varati, nel contempo preme per una svolta positiva che sarà impressa dalla messa in opera dei progetti previsti dal Piano nazionale di ripresa. “Obiettivo comune è fornire
aiuti alle imprese esistenti, incentivare gli investimenti, la digitalizzazione, la nascita di imprese a tasso zero e, in generale, rilanciare il sistema imprenditoriale nel panorama più vasto del Piano nazionale di ripresa.
Tra le agevolazioni più importanti per le imprese troviamo”, spiega la Confcommercio, “il finanziamento Nuova Sabatini, per l’acquisto di beni strumentali, il Fondo Impresa Donna, una misura a supporto dell’imprenditoria femminile, ma anche il Fondo di garanzia Pmi e il Piano nazionale transizione 4.0, a cui si aggiungono gli incentivi per le assunzioni under 36 e una serie di agevolazioni per le imprese del Mezzogiorno e del Centro Italia che possono essere sintetizzate nell’iniziativa Resto al Sud”. “Prorogati”, conclude la Confederazione, “inoltre, il credito d’imposta per gli investimenti in ricerca e sviluppo fino al 31 dicembre 2031, l’incentivo rivolto allo sviluppo della competitività delle imprese attraverso finanziamenti nel campo dell’innovazione tecnologica”.