La corsa dei prezzi dei prodotti ad “alta frequenza” innesca un nuovo e imprevisto carovita.
Una vampata di rincari che allarma le Associazioni di categoria che sono in bilico nel valutare cosa accade davvero all’economia italiana: in bilico tra ripresa e rialzo dell’inflazione mentre se ne prevedeva il rientro.
L’inflazione torna protagonista
Il mese di aprile è diventato nelle analisi il simbolo delle incertezze, delle ansie e di come l’inflazione torni a dominare e spingere la risalita dei prezzi. Per l’Istat l’accelerazione avuta ad aprile è stata dirompente, rincari che per effetto domino si sono avuti in tutti i settori di spesa in particolare gli energetici: abitazione, locazioni, acqua, elettricità e combustibili (da +15,1% a +16,9%) e dei trasporti (da +2,6% a +5,1%), a cui si aggiunge la risalita più contenuta dei prezzi di ricreazione, spettacoli e cultura (da +3,9% a +4,9%), dei servizi ricettivi e di ristorazione (da +8,0% a +8,4%) e degli altri beni e servizi (da +3,8% a +4,4%).
Di fronte agli aumenti a due cifre o comunque elevati, al contrario si registrano, piccole diminuzioni per alcuni prodotti alimentari e bevande analcoliche che passano da +13,2% a +12,1%; i mobili, articoli e servizi per la casa che variano da +7,8% a +7,4%; e delle comunicazioni da +0,9% a +0,4%. In questo quadro, secondo i calcoli e proiezioni l’inflazione acquisita per il 2023 è pari a +5,3% per l’indice generale e a +4,5% per la componente di fondo.
Aprile, sorpresa carovita
A sorprendere il record raggiunto dal carovita è l’intensità della fiammata, soprattutto perché inattesa. Le analisi, infatti, indicavano una fase di rientro dell’inflazione. Lo rileva anche l’Istat, che puntualizza come la “fase di rientro” dell’inflazione si è interrotta. Il motivo che l’istituto di statistica indica come motivazione è nella dinamica tendenziale dei prezzi dei beni energetici non regolamentati, che passano da +18,9% a +26,6%; mentre i servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona aumentano da +6,3% a +6,9%, così i servizi vari che salgono da +2,5% a +2,9%. Secondo le stime realizzare sui dati Istat ad aprile 2023 si prevede che l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (Nic), al lordo dei tabacchi, registri un aumento dello 0,4% su base mensile e dell’8,2% su base annua. Il dato è in crescita rispetto al +7,6% nel mese precedente.
Prodotti alta frequenza
In questa altalena di prezzi si sommano due elementi, il primo che rallenta la crescita dei prezzi di alimentari, prodotti per la cura della casa e della persona: rispetto ad aprile 2022 l’aumento scende dal +12,6% a +11,6%. Al contrario, cresce l’inflazione per i prodotti ad alta frequenza d’acquisto, passando da +7,6% a +7,9%. Prodotti che includono, oltre ai generi alimentari, le bevande alcoliche e analcoliche, i tabacchi, le spese per l’affitto, i beni non durevoli per la casa, i servizi per la pulizia e manutenzione della casa, i carburanti, i trasporti urbani, i giornali e i periodici, i servizi di ristorazione, le spese di assistenza.
Le famiglie tra timori e tagli
I dati sono presi in esame dalle Associazioni di categoria che sono in bilico tra il considerare la ripresa che deve essere consolidata e i venti di incertezze che scuotono le famiglie che rimangono preoccupate verso il futuro. “L’inflazione non è domata e gli aiuti pubblici si riducono”, evidenzia il direttore dell’Ufficio studi di Confcommercio, Mariano Bella, “come per esempio abbiamo visto con l’inflazione di aprile dovuta in larga parte alla rimozione di alcuni sconti in bolletta, a questo punto, visto che il potere d’acquisto di redditi e risparmi si riduce, le famiglie percepiscono la necessità, se le cose non dovessero migliorare rapidamente, di ricostituire un adeguato stock di risparmio per fare fronte al contesto ancora caratterizzato dall’incertezza”.
Affitti arrivano nuovi aumenti
Una nota sui costi delle locazioni arriva anche dal settore immobiliare che spiega come i rincari incidano sull’indice “Foi” dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati. Le famiglie italiane dovranno continuare a fare i conti con la crescita dei prezzi e, non ultimo, l’aumento del canone di locazione per chi ha la revisione annuale del contratto d’affitto. L’Istituto di statistica ha pubblicato l’aggiornamento dell’indice Foi per il mese di aprile 2023, che ha fatto registrare un aumento del 7,9% rispetto a 12 mesi fa. Un dato che si tradurrà in un aumento medio di 47 euro al mese (e 564 euro annui) per i canoni di locazione in Italia. Per i calcoli del settore immobiliare l’effetto dell’inflazione sulle locazioni è tra quelli più tangibili e immediati per le famiglie italiane che hanno l’aggiornamento annuale del canone d’affitto. “I rialzi maggiori“, spiegano gli analisti di Idealista, “sono quelli con cui dovranno fare i conti le famiglie milanesi, che vedranno aumentare l’affitto mensile di 87 euro in più al mese rispetto allo scorso anno. Per gli inquilini romani, invece, l’aumento sarà di 59 euro al mese in media”.