“Segnali contraddittori”. Questa per la Confcommercio la situazione dell’economia italiana che si trova nel guado di una fase di transizione. Lo studio che ne illustra i motivi è “Outlook Italia Clima di fiducia e aspettative delle famiglie italiane 2023”. A illustrare i risultati il direttore dell’Ufficio studi di Confcommercio, Mariano Bella. “Un periodo particolare quello che stiamo vivendo, abbiamo alle spalle il boom economico del 2021-2022 e davanti a noi c’è la fase di crescita del 2023 con l’indice di fiducia dei consumatori ai massimi livelli”.
“Ma nonostante questo”, osserva Bella, “rileviamo comunque intenzioni di acquisto non solo inferiori rispetto al 2022, ma addirittura inferiori al 2019”.
Famiglie incerte e in ansia
Secondo il direttore dell’Ufficio studi, una possibile spiegazione è che “le famiglie sentono che le cose potevano essere peggio e tirano un sospiro di sollievo”, per la Confederazione ci sono elementi positivi,
“l’occupazione in qualche modo è ai massimi, i sostegni pubblici hanno funzionato, i consumi, grazie a turismo, spettacoli e cultura, attirano e danno soddisfazione”. Accanto a questi dati ci sono le zone d’ombra.
“Però l’inflazione non è domata e gli aiuti pubblici si riducono”, evidenzia Bella, “come per esempio abbiamo visto con l’inflazione di aprile dovuta in larga parte alla rimozione di alcuni sconti in bolletta, a questo punto, visto che il potere d’acquisto di redditi e risparmi si riduce, le famiglie percepiscono la necessità, se le cose non dovessero migliorare rapidamente, di ricostituire un adeguato stock di risparmio per fare fronte al contesto ancora caratterizzato dall’incertezza”.
Si risparmia per timore
“Maggiore risparmio”, fa presente il direttore dell’Ufficio studi della Confederazione, “vuole dire minori prospettive e intenzioni di spesa, come si legge nelle percentuali dichiarate”. Per quel che riguarda l’inflazione, “guardando ai dati italiani”, puntualizza Bella, “nel complesso emerge che, senza ulteriori shock, il tendenziale dell’inflazione potrebbe tornare sotto il 6% già ad agosto e scendere sotto il 3% a ottobre, per finire sotto il 2,5% nella media del prossimo anno. Alcuni prezzi scenderanno in livello assoluto”, prevede lo studio della Confcommercio, “come già ad aprile si è visto per la verdura, le uova, i prodotti tecnologici e alcuni servizi”.
La ripresa resta a rischio
A commentare i dati dell’Osservatorio Confcommercio-Censis, il presidente della Confederazione Carlo Sangalli, che pone in evidenza come, “l’incertezza per l’inflazione e il rialzo dei tassi d’interesse
comprimo le intenzioni di acquisto”. “Si rischia di rallentare la ripresa nonostante la fiducia delle famiglie sia alta”. Secondo Sangalli, “è fondamentale accelerare le riforme e utilizzare al meglio le risorse del Piano nazionale di Ripresa”.