Fare presto con strumenti legislativi di emergenza. È la richiesta-appello contenuta in una lettera alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni, a firma del presidente nazionale di Cia-Agricoltori Italiani, Cristiano Fini. Per il leader della Confederazione serve al più presto “un Decreto legge speciale per fronteggiare, in tempi rapidi e con strumenti eccezionali, la situazione di straordinaria difficoltà dell’Emilia-Romagna dopo il terribile alluvione di inizio maggio”.
L’impegno celere del Governo
Nel testo, della Cia Agricoltori c’è l’apprezzamento per “la celerità con cui il Governo è intervenuto, a partire dalla deliberazione dello stato di emergenza, necessario ad attivare le procedure d’urgenza e i
primi interventi della Protezione civile”. Ma ora per la Confederazione bisogna fare di più. “Ѐ in quest’ottica che reputiamo altrettanto opportuna”, scrive Fini, “la definizione e l’approvazione di uno strumento normativo con carattere di urgenza che, insieme alle azioni già avviate, possa introdurre misure di sostegno economico efficaci per le attività economiche, il ripristino delle infrastrutture e la messa in sicurezza del territorio”.
Dedicare risorse finanziarie
Dunque per la Cia Agricoltori serve un Decreto legge ad hoc dove anche l’agricoltura, precisa il presidente nazionale della Confederazione, “possa trovare spazio e risorse finanziarie”. Servono “interventi
efficaci, concreti e all’altezza delle aspettative del mondo imprenditoriale agricolo, già da tempo alle prese non con poche avversità”. In particolare, si legge nella lettera, “quanto accaduto in Emilia-Romagna, è l’ennesima dimostrazione della fragilità dei territori rispetto alla sfida dei cambiamenti climatici e all’imprevedibilità delle sue conseguenze. In meno di quarantott’ore, è caduta una quantità d’acqua equivalente a quella prevista nell’intera stagione primaverile e che, per via dell’esondazione di fiumi e torrenti, ha sommerso strade e Paesi, mettendo in ginocchio intere comunità e il sistema imprenditoriale locale”.
Conto amaro dei danni
Scenari non nuovi per l’Italia e che questa volta vedono, tra l’altro, annota la Confederazione, in estrema criticità una delle regioni più agricole del Paese con un valore della produzione superiore ai 5 miliardi, “un territorio”, evidenzia Cristiano Fini, “dove il settore, insieme a tutta la filiera agroalimentare, rappresentano due delle principali leve di sviluppo, e purtroppo sono state le attività economiche le più colpite, tra difficoltà logistiche e danni già prossimi al miliardo di euro”.
“Un conto amaro”, conclude il presidente nazionale di Cia”. destinato a salire e a ricordarci, ogni volta, la vulnerabilità del territorio nazionale di fronte all’instabilità climatica”.