Senza ulteriori shock, il tendenziale dell’inflazione potrebbe tornare sotto il 6% già ad agosto e scendere sotto il 3% a ottobre, per finire sotto il 2,5% nella media del prossimo anno. Alcuni prezzi scenderanno in livello assoluto, come già ad aprile si è visto per la verdura, le uova, i prodotti tecnologici e alcuni servizi. La fiducia è ai massimi storici, o quasi, con un saldo positivo tra ottimisti e pessimisti sulle aspettative future a sei mesi. Emerge però una contraddizione apparante tra fiducia elevata e modeste intenzioni di acquisto, distonia che segue l’andamento del risparmio e con una inflazione ancora alta, ciò potrebbe frenare consumi e ripresa. È quanto emerge dal rapporto Confcommercio-Censis su fiducia e consumi delle famiglie. “In questo momento siamo di fronte a un bivio: a tutti piacerebbe scegliere la strada giusta, ma non è detto che sia la strada più facile” ha spiegato Mariano Bella, direttore ufficio studi di Confcommercio. “Pensiamo all’inflazione, da cui dipende la possibilità che le famiglie, vedendo i propri risparmi scendere, decidano di reintegrarne il potere d’acquisto a scapito dei consumi e quindi del Pil. Nel frattempo, dobbiamo scegliere la strada giusta che non può che essere quella delle riforme e degli investimenti del PNRR” ha spiegato Bella. “Per rendere attuale il potenziale di fiducia che c’è tra le famiglie, come abbiamo visto, e costruire una nuova fase di crescita robusta e duratura, dopo il boom del biennio 2021-2022 e il periodo di transizione costituito da questo complesso 2023”, ha concluso Bella.