“Tutti i provvedimenti del Governo vanno nella direzione della natalità”, così la ministra della Famiglia, Eugenia Roccella, nel primo giorno degli Stati Generali della Natalità 2023. Ma intanto l’Italia fa i conti con i dati demografici dell’Istat, che indicano il 2022 come l’anno con il record negativo per il numero delle nascite, 392.00 in tutto, rispetto ai 640.000 del 2008, un -1,9% rispetto al 2021. Il trend dell’inverno demografico non sembra, dunque, arrestarsi, con le famiglie che hanno mediamente 1,24 figli e l’età media delle partorienti che resta alto, attestandosi sui 32 anni. Un allarme che aveva già lanciato nei giorni scorsi Save the Children, che nel suo rapporto “Le Equilibriste – La maternità in Italia 2023” aggiunge come il 12,1% delle famiglie con minori in Italia (762.000 famiglie) viva in condizioni di povertà assoluta, e una coppia con figli su quattro sia a rischio povertà.
Per Roccella pesa di più il gap gender delle difficoltà economiche
A non credere, però, che siano le ragioni economiche e la precarietà lavorativa le cause del fenomeno è la ministra Roccella: “In Italia, facevamo figli sotto le bombe e negli anni immediatamente successivi al dopoguerra – ha dichiarato la ministra -. All’epoca si parlava di rischio di sovrappopolazione, di bomba demografica. La natalità è scesa proprio nel momento in cui invece è aumentato il benessere. Ed è successo in tutti i Paesi sviluppati. In Europa non c’è nessuno che sfiori il famoso tasso di sostituzione, tutti i Paesi europei sono sotto questa percentuale, inclusa la Francia, la Svezia, la Germania”.
Richiamo di Mattarella all’art.31 della Costituzione
Le parole del Presidente Mattarella, inviate a Gianluigi De Palo, presidente della Fondazione per la natalità e del Forum delle associazioni familiari, organizzatore gli Stati generali, sembrano, invece, dire altro: “Alle istituzioni – sottolinea il Capo dello Stato – competono la responsabilità di attuare politiche attive che permettano alle giovani coppie di realizzare il loro progetto di vita, superando le difficoltà di carattere materiale e di accesso ai servizi che rendono ardua la strada della genitorialità. Si tratta di una puntuale prescrizione della Costituzione che, all’art.31, richiama la Repubblica ad agevolare ‘con misure economiche e altre provvidenze la formazione della famiglia e l’adempimento dei compiti relativi, con particolare riguardo alle famiglie numerose, alla maternità, l’infanzia e la gioventù, favorendo gli istituti necessari a tale scopo”. “Politiche abitative, fiscali e sociali appropriate, conciliare l’equilibrio tra vita e lavoro” sono le condizioni necessarie per favorire lo sviluppo delle famiglie secondo Mattarella, per il quale “la coesione sociale del Paese si misura sulla capacità di dare un futuro alle giovani generazioni, creando un clima di fiducia”.
Valditara e De Palo, non è un problema di pochi, ma di tutto il Paese
Il rischio è che la decrescita delle nascite finisca per pesare sui conti economici dell’intero Paese, che in anni futuri potrebbe non riuscire a garantire tutti i servizi, ha ricordato il ministro dell’Istruzione Valditara. Stessa convinzione è stata espressa dal padrone di casa, Gianluigi De Palo, per il quale la natalità è un tema che riguarda la salute economica e sociale dell’Italia: “Non c’entrano i valori o gli schieramenti politici, ma cosa accade nel presente e cosa accadrà nel futuro a tutti noi, nessuno escluso”, ha detto il presidente, che ha aperto la terza edizione degli Stati Generali – Sos-Tenere#quota500mila, con una frase che non lascia margini di a dubbi sulla gravità di questa emergenza sociale: “Se non cambia qualcosa fra qualche anno crollerà tutto”.
Attesi domani gli interventi di Papa Francesco e della Presidente Giorgia Meloni.