Sarà la volta buona? Presto per dirlo, ma il metodo scelto da Giorgia Meloni per avviare la stagione delle riforme istituzionali merita apprezzamento e non la freddezza che sembra circolare soprattutto presso la segreteria del Pd.
Le riforme istituzionali, inclusa la legge elettorale, riguardano le regole del gioco democratico. Non si dovrebbero fare mai a colpi di maggioranza, perché questo le rende meno legittime e sa di abiti tagliati su misura per favorire chi le approva. Ne abbiamo avuti di esempi poco commendevoli, riforme definite vere e proprie “porcate”.
Ma le regole delle istituzioni vanno aggiornate, altrimenti i difetti di funzionamento della nostra democrazia non vengono riparati e questo danneggia tutti. Nessuno ha il diritto di bloccare le riforme. Serve quindi un clima costruttivo e di dialogo.
Meloni ha fatto bene ad aprire questa pagina chiedendo di incontrare, simbolicamente in Parlamento, tutte le forze politiche. Non dovrebbe essere, dunque, un prendere o lasciare. La maggioranza ha titolo per avanzare una proposta aperta ed elastica e cercare il massimo consenso possibile. Un irrigidimento da parte degli altri partiti metterebbe la maggioranza di fronte al dilemma: lasciar stare o procedere comunque, mettendo nel conto un referendum confermativo. Speriamo che non si arrivi a questo.
Non conviene a nessuno sprecare questa occasione, importante per avviare una stagione di riforme istituzionali condivise che non possono più essere rinviate. Avere una maggioranza che presumibilmente può governare per altri 4 anni e mezzo è una garanzia che c’è tutto il tempo necessario per discutere nei dettagli i ritocchi alla Costituzione prima di arrivare alla fine della legislatura.
Lealtà reciproca e spirito costituente
Ma occorre lealtà reciproca. La maggioranza non deve lanciare ultimatum o procedere a forzature. Le opposizioni devono superare ogni pregiudizio e dialogare con vero spirito costituente. Domani vedremo subito se i segnali saranno positivi. Se ci si accorda sul metodo si possono trovare intese anche nel merito. Si ricorrerà ad una Commissione Bicamerale con il compito di redigere, entro un tempo ragionevole, un testo da portare al voto delle Assemblee legislative? E un’ipotesi più probabile rispetto all’elezione di una vera e propria Assemblea costituente.
Non seguire le derive populistiche e demagogiche
Sui contenuti La Discussione interverrà nei prossimi giorni. Ma su un punto tutti i partiti dovrebbero concordare. La nostra bella Costituzione fu il frutto di un periodo insieme drammatico e glorioso della storia italiana: la riconquista della libertà e della democrazia. In nessun modo la riforma della Costituzione dovrebbe oggi inseguire le mode peggiori del nostro tempo, segnato da demagogia e populismo. Sarebbe un oltraggio alla memoria dei Padri Costituenti e un salto nel buio. Non dobbiamo imitare nessuno ma trarre lezioni dalle esperienze anche drammatiche di altre democrazie più antiche della nostra , come quella americana.