I giovani ribaltano l’idea di una generazione che per fare figli ha solo bisogno di stabilità economica. La sicurezza finanziaria è importante, ma il vero problema resta una società che è solo capace di offrire ai giovani un presente idealizzato e un futuro difficile da progettare. È quanto emerge dall’incontro “Natalità, politically incorrect”, il secondo appuntamento di ON RADAR, il Think Tank della Fondazione Internazionale Menarini. Non a caso, come rilevato nella tavola rotonda dedicata alla Comunicazione, i figli non sono quasi mai presenti nelle campagne pubblicitarie e vengono visti, spesso, più come un ostacolo. I media dovrebbero sforzarsi di rappresentare, invece, “l’energia, la poesia e il progetto” che i bambini sono in grado di esprimere. Il gruppo di ricerca, guidato dal direttore Massimo Scaccabarozzi, ha riunito attorno a 5 tavoli di lavoro 45 personalità che hanno approfondito il tema della natalità sotto diversi profili. Dalla voce dei ragazzi al mondo della comunicazione, dalle imprese alla scuola, fino a una società sempre più tendente all’individualismo, gli esperti hanno analizzato le cause e le conseguenze dell’inverno demografico italiano da punti di vista non convenzionali, riconoscendo un ruolo centrale ai giovani. Le imprese soffrono gli effetti del calo demografico nella mancanza di forza lavoro. Nel breve periodo questa carenza deve essere compensata sviluppando politiche migratorie, interne al Paese e internazionali, coerenti con le professionalità ricercate e sostenendo l’occupazione femminile. Le coppie vanno, inoltre, supportate con incentivi pubblici per anticipare il primo figlio e favorire la nascita del secondo: così da incrementare, nel lungo termine, una nuova generazione di genitori. “Pochi nati significa pochi genitori potenziali. È la trappola demografica, un circolo vizioso che minaccia il nostro Paese. Con questi dati di natalità stiamo buttando via il nostro futuro che possiamo salvare solo ascoltando i giovani”, ha commentato Scaccabarozzi.