Le precipitazioni del mese di Aprile, che continuano anche in questa settimana di Maggio aumentano le speranze degli agricoltori sulla possibilità di scongiurare il rischio di una devastante siccità che si profilava minacciosa dopo il lungo periodo di assenza di precipitazioni.
A soffrire era stato soprattutto il Nord Italia, mentre nel Centro, ma soprattutto nel Sud la pioggia seppur inferiore agli anni precedenti non era mancata.
Coldiretti che monitora sistematicamente i corsi di alcuni fiumi segnala che al ponte della Becca vicino Pavia il Po è salito di oltre mezzo metro in 24 ore. Il livello è ora al di sopra dei meno tre metri che si erano registrati nei mesi scorsi. Le previsioni indicano ancora forti precipitazioni che sicuramente aumenteranno l’afflusso anche da parte degli affluenti nel principale fiume che attraversa l0’intera pianura Padana.
300 mila aziende agricole sono in forte difficoltà e sperano che le loro colture possano trarre vantaggio dalle piogge dalle riserve idriche che si dovrebbero ricostituire nei fiumi, e negli invasi, sempre insufficienti.
Secondo coldiretti sono a rischio anche le colture autunnali di frumento ,orzo, erba medica e altre foraggere.
Coldiretti esprime preoccupazione per le possibili grandinate che in questo periodo potrebbero arrecare perdite irreversibili alle coltivazioni perchè le colpirebbero proprio nel periodo più delicato, Una eventualità che rischierebbe di mandar pr ara un intro anno di lavoro
La grandine – afferma Coldiretti – colpisce i frutticini proprio nei primi giorni di formazione in modo da provocarne la caduta o danneggiandoli in modo tale da impedirne la crescita o lasciando deformazioni tali da renderli non adatti alla commercializzazione. “Siamo in presenza di una una tropicalizzazione dei fenomeni atmosferici che – secondo Coldiretti – si manifesta con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo, con sbalzi termici significativi che compromettono le coltivazioni nei campi con perdite della produzione agricola nazionale e danni alle strutture e alle infrastrutture nelle campagne.