L’alto diplomatico cinese Li Hui, tempo fa, scrisse che la Cina aveva bisogno di una “potente Russia”. Ora l’uomo incaricato da Pechino di portare Kiev e Mosca al tavolo dei negoziati sta rendendo scettici sia gli ucraini che i suoi alleati occidentali. Per loro, la Cina non può essere un mediatore di pace neutrale. Li Hui si recherà in Europa come “rappresentante speciale” di Pechino, nel tentativo di contribuire a realizzare un cessate il fuoco e, in definitiva, una risoluzione ad una guerra che minaccia di precipitare in una sanguinosa situazione di stallo. Per Alexey Maslov, direttore dell’Istituto di studi asiatici e africani dell’Università statale di Mosca, Li è “la migliore scelta possibile” per mediare i colloqui con l’Ucraina. “Non siamo preoccupati – ha dichiarato – perché Li capisce davvero la politica russa”. L’alto funzionario di Pechino è stato fino al 2019 ambasciatore della Cina a Mosca e ha decenni di esperienza diplomatica nell’Unione Sovietica, prima del suo crollo. È un rinomato russofilo e parla correntemente russo. E’ tra i pochi stranieri insigniti della prestigiosa medaglia dell’amicizia dal presidente Vladimir Putin. Oggi è il rappresentante speciale di Pechino per gli affari eurasiatici. “A Li piace leggere grandi scrittori russi come Leo Tolstoy e Fyodor Dostoevsky – ha continuato Maslov – Capisce davvero l’anima russa, capisce la psicologia russa, la mentalità russa”. Da parte sua, Li ha spesso elogiato il rapporto sino-russo. Quattro anni dopo aver scritto, in un articolo, che la Cina ha bisogno di una “Russia potente”, ha composto un saggio nel 2020 per l’Istituto del popolo cinese per gli affari esteri affiliato al Partito comunista, in cui affermava che Pechino e Mosca sarebbero ritornate spalla a spalla. “Le due parti, come sempre, mostreranno un fermo sostegno agli sforzi reciproci per sostenere la propria sovranità – ha scritto – ad anche sicurezza, integrità territoriale e altri interessi fondamentali”. Mosca fa sempre più affidamento su tale sostegno. Sanzionata e condannata dopo l’annessione della Crimea nel 2014, la prevista visita di Li in diversi paesi europei potrebbe essere un tentativo di dissipare le preoccupazioni su dove risieda la lealtà diplomatica di Pechino, dato che la Cina ha precedentemente annunciato la sua partnership “senza limiti” con la Russia , le ha prestato sostegno retorico e finanziario e si è rifiutata di condannare il febbraio 2022 invasione. Le sanzioni hanno spinto la Russia a fare ulteriore affidamento sulla Cina, vendendole quantità record di petrolio che le hanno permesso di attenuare la tempesta economica imposta dal suo status di paria globale. Pechino è stata a sua volta in grado di esercitare una crescente influenza su Mosca, consolidando un alleato chiave nel confronto geopolitico con gli Stati Uniti.