Ridare dignità a chi ha perso il lavoro e deve ritrovarlo, alle donne che in Italia sono un motore di crescita ma che fanno fatica a trovare una occupazione soddisfacente, alle imprese che si caricano di responsabilità e incertezze quando assumono. Sono tre questioni oggi aperte e che attendono risposte concrete. Domani Primo maggio festa nazionale del Lavoro si terrà un Consiglio dei Ministri particolare non solo per la data, ma soprattutto, perché all’ordine del giorno sono presenti provvedimenti in materia di politiche sociali, economiche e del lavoro.
Cdm, buste paga e giovani
C’è una prima buona notizia con il “tesoretto” di tre miliardi e mezzo che servirà a rafforzare le buste paga di chi lavora. Sarà ridotta la tassazione con l’attesa sforbiciata al cuneo fiscale. Il Governo darà via libera al piano di assunzioni di 70 mila giovani con sgravi per le imprese, per ridurre l’esercito di 3 milioni di giovani che non studiano e non lavorano. Sono passi in avanti ma c’è da fare di più, perché basta concentrarsi sui dati per capire quanto ci sia ancora da riformare e mettere in atto azioni necessarie.
Donne al lavoro più brave
Il caso dell’occupazione femminile, ad esempio, dovrebbe far riflettere. Nel dibattito oggi sollecitato dalla premier Giorgia Meloni, la questione occupazione si intreccia con il più ampio tema della demografia declinante in Italia. Un aspetto che va posto al centro dell’attenzione, riguarda proprio il livello di partecipazione femminile al mercato del lavoro.
“Il tasso di occupazione delle donne in Italia”, fa presente la Confcommercio, “è pari al 43,6% contro una media europea del 54,1%”. Lacuna ampia che va colmata per due ottime ragioni. La prima che il lavoro femminile come viene riconosciuto, ha una costanza, concentrazione e determinazione superiore a quella maschile che invece detiene maggiori vantaggi sul piano economico e di carriera. La seconda ragione, come segnala Anna Lapini, presidente nazionale del Gruppo Terziario Donna, che rappresenta le imprenditrici, lavoratrici autonome e professioniste associate a Confcommercio, “se il tasso di disoccupazione femminile in Italia dall’11% venisse portato al valore europeo del 7% si avrebbero 433mila donne occupate in più”. Sarebbe così con più donne in tutti i ruoli del lavoro, una garanzia di crescita e di stabilità. Con contratti di qualità sul piano economico e di ruolo.
Dignità per gli over 50
Altro tema che a nostro giudizio è una vera priorità sociale, è per chi ha perso una occupazione e si trova ad aver superato i 50 anni. Dopo la fine del blocco dei licenziamenti chi è rimasto fuori dal sistema produttivo vive momenti difficili. Sono 70 i tavoli di crisi istituiti al Ministero delle Imprese e del Made in Italy, vertenze difficili e lunghe. Nel guado dell’incertezza ci sono migliaia di lavoratori in bilico tra Cassa integrazione e fine dei sussidi. Sono quei lavoratori a rischio di emarginazione mentre hanno sulle spalle famiglie e mutui da pagare. Bisogna soffermarsi su questo aspetto che coinvolge la dignità della persona e del lavoratore.
La forza del Terziario
C’è un’annotazione da fare che indica come l’Italia stia mutando la sua struttura produttiva. Il settore terziario al posto dell’industria, è diventato traino dell’economia nazionale. Lo conferma il rapporto “Terziario e lavoro” dell’Ufficio Studi della Confcommercio che puntualizza come tra il 2020 e il 2022 il 76,4% della nuova occupazione è venuta dai servizi e dalle specializzazioni delle professionali.
“Degli oltre diciassette milioni di occupati regolari registrati a giugno 2022, sono più di undici milioni quelli attivi nel terziario di mercato, per una quota pari al 64,5%”, spiega l’Osservatorio lavoro sul terziario.
Premiare chi assume
Infine domani sarà primo maggio quindi giorno di festa dedicata al lavoro. L’economia italiana secondo il ministro Giancarlo Giorgetti, è in crescita e le imprese sono più forti. Noi aggiungiamo che le piccole imprese in particolare quelle che creano lavoro. sono invece in difficoltà. Su di loro pesano incongruenze e ritardi della burocrazia italiana ed europea. Lavoro e imprese hanno bisogno di un sistema premiante che dia sostegni a chi assume, che incentivi quelle aziende che contrastano il divario di genere alzando le retribuzioni e che sappiano offrire nuove opportunità di vita e di carriera.