Come nel resto del mondo, anche la nostra società si sta trasformando in una realtà multietnica ma, non essendo stato approvato né lo ius soli né lo ius scholae, le nuove generazioni di bambini stranieri nati in Italia rischiano di essere inserite nei cicli scolastici ma di non essere regolari dal punto di vista della cittadinanza. Fino al paradosso di Brescia in cui 32.747 bambini, pari al 18,2% della intera popolazione studentesca locale, è senza cittadinanza italiana, pur essendo per la maggior parte di loro, il 71,5%, nati nel nostro Paese, quello tra gli Stati europei con i requisiti più severi per ottenere la regolarizzazione.
Brescia, Milano e Modena sono ottave in Italia per presenza di studenti senza cittadinanza italiana in rapporto al totale degli iscritti nelle scuole e quarti per numero assoluto di studenti stranieri. Eppure sono proprio queste seconde generazioni che hanno cambiato significativamente il modo in cui funziona l’integrazione all’interno della scuola, con notevoli passi avanti ma persistenti disuguaglianze socio-economiche. Resta il fatto che secondo il Settore Informatica e Statistica del Comune di Brescia, alla data del 4 gennaio 2023 gli studenti di origine straniera di primarie e medie nati in Italia erano 3.106 su 5.781, ovvero il 53% dei frequentanti, un dato oggettivo con il quale il legislatore e la politica tutta dovrebbe fare i conti.
Nel resto d’Italia la situazione non è di molto differente. Secondo i dati del XX Rapporto di Cittadinanzattiva sulla scuola, due su tre studenti con cittadinanza non italiana sono nati in Italia, e rappresentano più del 10% dell’intera popolazione scolastica. Si trovano soprattutto nelle scuole del Nord, che raccolgono il 65,3% del totale, seguono quelle del Centro con il 22,2% e del Sud con il 12,5%. La Regione con la presenza maggiore è la Lombardia e i Paesi di origine coprono quasi 200 cittadinanze. Il Report del MIUR del 2020-21 evidenzia che le tendenze relative al ritardo scolastico coinvolgono il 7,5% degli studenti italiani contro il 26,9% degli studenti con cittadinanza non italiana. Il mancato riconoscimento della cittadinanza costituisce un fattore di disuguaglianza e pone le basi per un probabile futuro insuccesso scolastico. Infatti, il tasso di abbandono scolastico per gli studenti con cittadinanza non italiana è pari al 35,4% a fronte di una media nazionale del 13,1%, il più alto in Europa. Dai dati del ministero dell’Istruzione relativi all’anno scolastico 2021/2022, poi, dopo l’epidemia il numero degli studenti stranieri in Italia ma senza la nostra cittadinanza sono tornati a crescere.