mercoledì, 26 Giugno, 2024
Sanità

Sanità territoriale. Mangiacavalli, (Fnopi): infermieri protagonisti del cambiamento. Patto con i Distretti

Nuovo ruolo e nuovo modello professionale per le politiche della sanità territoriale. Detto in altri versi gli infermieri saranno protagonisti di un rapporto diretto con le famiglie e le loro necessità in caso di assistenza di un malato. È quanto prevede il protocollo di intesa tra la Federazione Nazionale degli Ordini delle Professioni Infermieristiche (Fnopi) e Card, la Confederazione delle Associazioni Regionali di Distretto – Società Scientifica delle Attività Territoriali – ; un piano per potenziare i distretti sanitari grazie alla figura soprattutto dell’infermiere di famiglia e comunità, “non solo quale modello professionale”, osserva una nota della Federazione degli infermieri, “ma anche come riferimento culturale e organizzativo per le nuove politiche della sanità territoriale”.

Gli impegni da realizzare

Questi i punti previsti dal protocollo per incentivare il ruolo dell’Infermiere all’interno degli ambiti distrettuali, a partire dalla figura “dell’Infermiere di Famiglia e di Comunità”, le attività che il protocollo intende promuovere sono: “il valorizzare le competenze acquisite dal professionista, per rispondere alle nuove esigenze della popolazione, innanzitutto per disporre di servizi di prossimità”. Inoltre bisognerà favorire l’integrazione tra i diversi professionisti della sanità, anche nell’ambito dell’organizzazione delle strutture di direzione; così come la “diffusione e l’accessibilità di dati epidemiologici tra tutti i professionisti del territorio per sviluppare modelli di cura sempre più rispondenti alle esigenze della popolazione”.

Il valore sociale e sanitario

Tra i progetti da mettere in campo c’è l’implementazione del modello di “community building, e, così, i valori di coinvolgimento, proattività, promozione delle connessioni sociali e coprogettazione”, e la creazione di percorsi di formazione, rivolti in particolare all’Infermiere di famiglia e di comunità, “perché possa acquisire un maggior grado di preparazione nei diversi ambiti di intervento e valorizzare, così, le proprie competenze trasversali”.

Collaborare, divulgare, assistere

Il protocollo prevede specifici accordi attuativi in relazione ai singoli progetti di collaborazione e dovrà garantire: “la collaborazione per la divulgazione dell’attività ai livelli nazionali”, si legge nel documento, “regionali e provinciali e una continua e costante collaborazione tra gli eventuali rispettivi gruppi di lavoro, necessaria alla ottimale realizzazione delle rispettive attività”.

Fnopi e la sanità del Pnrr

“Il ruolo dei distretti in questo momento e in questo assetto che si sta dando al sistema salute del Paese”, osserva Barbara Mangiacavalli, presidente Fnopi, “è un ruolo strategico, un punto chiave, la cerniera di congiunzione tra l’ospedale per acuti e la necessità di garantire quella che nel Pnrr è chiamata sanità di prossimità, salute di prossimità. Il distretto gioca questo ruolo di connessione: un momento peculiare e anche un luogo fisico e virtuale, grazie alle nuove tecnologie d’incontro, confronto, definizione di percorsi, di integrazione multiprofessionale e di integrazione dei setting assistenziali. Il distretto è quell’elemento che aiuta a ricomporre la frammentazione del nostro sistema salute, anche inserendo il sociale, e gli infermieri sono al centro e motore di questo cambiamento”.

L’organizzazione dei territori

“Senza il Distretto”, puntualizza il presidente Card, Gennaro Volpe, “Sanità e Salute Pubblica non potranno superare la fase post pandemica ed essere pronte ad entrare in una nuova era che non lascia indietro nessuno, resta vicino a tutti, in cui ciascuno potrà sentirsi protetto e proiettato in un futuro meno temibile. Per realizzare tutto questo”, scrive la Confederazione dei distretti sanitari, “la nuova organizzazione del territorio esige risorse umane adeguate, ben retribuite e ricche di competenze e capacità. Il sistema distrettuale deve essere attrattivo dei migliori e deve essere chiaro che per organizzare servizi e strutture territoriali attive h24, non può accettare personale di quantità insufficiente e qualità marginale”. “Il Distretto deve porre al primo posto l’attenzione alle persone/famiglie assistite e a coloro che le prendono in carico”, conclude Solo questa duplice, costante Gennaro Volpe, “attenzione ci permetterà di avere una sanità ‘person and community centred’”.

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