domenica, 17 Novembre, 2024
Attualità

Sudan. Evacuazione dei cittadini occidentali

Non regge la tregua e sale a 600 il drammatico bilancio dei morti in Sudan e a migliaia di feriti per un conflitto che non accenna a voler cessare. E le ambasciate del mondo stanno predisponendo l’evacuazione dei propri cittadini. Anche il nostro Governo sta avviando un piano di rientro per mettere in sicurezza i nostri connazionali che in questo momento si trovano sul territorio. “La nostra ambasciata è pienamente operativa e fornisce la necessaria assistenza. Grazie anche al supporto della nostra Aeronautica Militare, contiamo quanto prima di riportare a casa tutti gli italiani presenti in Sudan”, fa sapere il sottosegretario agli Esteri, Maria Tripodi. E l’Unità di crisi della Farnesina pubblica un messaggio per gli italiani intrappolati nella capitale sudanese dai combattimenti fra esercito e paramilitari: “Cari connazionali, con il nostro Ministero della Difesa stiamo lavorando ad una finestra di opportunità per lasciare Khartoum via aerea”.

Stati Uniti, Francia, Paesi Bassi avviano le evacuazioni degli alleati A dare inizio alle operazioni di sgombero il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti che ha temporaneamente sospeso le operazioni presso la sua ambasciata a Khartum ed ha evacuato tutto il personale. La decisione, ha detto il segretario di stati Antony Blinken in una nota, è stata presa a causa dei gravi e crescenti rischi per la sicurezza creati dal conflitto tra le Forze armate sudanesi e le Forze di supporto rapido (Rsf). “I combattimenti – si legge – hanno causato un numero significativo di morti e feriti tra i civili e danni alle infrastrutture essenziali e rappresentano un rischio inaccettabile per il personale dell’ambasciata.

Dopo l’annuncio del Governo degli Stati Uniti, arriva quello della Francia che annuncia una “rapida operazione di evacuazione” dei suoi cittadini e del suo personale diplomatico. Lo riferisce oggi il ministero degli Esteri, secondo cui l’operazione includerà cittadini di “Paesi europei e alleati”. A seguire i Paesi Bassi che hanno aderito all’iniziativa internazionale per evacuare i propri cittadini. Lo ha dichiarato oggi il ministro degli Esteri olandese Wopke Hoekstra su Twitter: “È in corso un’operazione da parte di diversi Paesi per evacuare i cittadini dal Sudan. I Paesi Bassi stanno partecipando con una squadra dalla Giordania. Faranno tutto il possibile per far uscire gli olandesi” dal Paese “nel modo più rapido e sicuro possibile”.

Impegno internazionale a favorire una tregua

Ma le diplomazie continuano a lavorare anche per favorire una tregua duratura tra parti in conflitto. “È una situazione molto complicata quella degli italiani che vivono a Khartoum – ha dichiarato alla stampa il nostro ministro degli Esteri Antonio Tajani -. Noi stiamo lavorando a tutte le iniziative che possano portare a un cessate il fuoco e a una tregua duratura tra le parti in conflitto”. Anche Blinken ha rinnovato il suo appello affinché’ le parti in conflitto estendano il cessate il fuoco “per prevenire ulteriori danni al Paese”.

Collasso delle comunicazioni

Un auspicio che ci si augura possa essere raccolto dai protagonisti perla popolazione allo stremo delle forze per uno stato di guerra permanente dall’inizio del 2022. Sul fronte interno, nell’ottobre 2021 un colpo di Stato guidato dal generale Abdel Fatah al Burhan ha di fatto messo fine alla “transizione democratica” iniziata nel 2019, con la deposizione del Presidente Bashir. Tra le tante emergenza, ora anche il quasi collasso totale della rete internet, che garantisce il collegamento con il resto del mondo, come riferisce NetBlochs, Osservatorio di monitoraggio della sicurezza informatica e della governance digitale: “I dati di rete in tempo reale mostrano un collasso quasi totale della connettività Internet in Sudan con la connettività nazionale ora al 2% dei livelli ordinari”. Il rischio è che con le partenze degli alleati e il black out delle comunicazioni planetarie anche questa guerra possa essere dimenticata.

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