Mercoledì scorso una corte d’appello federale ha rifiutato di sospendere l’approvazione della pillola abortiva mifepristone, lasciato, tuttavia, in vigore le restrizioni che ne impedirebbero l’invio ai pazienti per posta. La decisione della Quinta Corte d’Appello degli Stati Uniti, con sede a New Orleans, di bloccare parzialmente la sentenza di un giudice nominato da Trump, lascia una notevole incertezza sull’accesso al farmaco. È probabile che il caso raggiunga la Corte Suprema in breve tempo. Il tribunale ha accolto la richiesta d’urgenza del Dipartimento di Giustizia di sospendere parte della decisione emessa la scorsa settimana dal giudice distrettuale degli Stati Uniti, Matthew Kacsmaryk, che aveva sospeso l’approvazione originale del mifepristone da parte della Food and Drug Administration, risalente al 2000. Il gruppo composto da tre giudici ha affermato che solo una parte separata della decisione di Kacsmaryk potrebbe entrare in vigore, ovvero la sospensione dell’invio del farmaco per posta. La decisione del tribunale metterebbe in pericolo l’ampia disponibilità del farmaco, in quanto richiederebbe ai pazienti di effettuare visite di persona per ottenerlo. Le modifiche del 2016, tra le altre cose, avevano ridotto, da tre ad una, il numero di visite di persona che i pazienti devono , consentendo di prescrivere le pillole alle donne fino a dieci settimane di gestazione invece che sette. La corte d’appello si è dichiarata disponibile ad accelerare la propria piena considerazione del caso. Il Dipartimento di Giustizia può, inoltre, chiedere alla Corte Suprema di intervenire nel tentativo di bloccare completamente la sentenza di Kacsmaryk. L’amministrazione dovrebbe ottenere i voti di almeno cinque dei nove giudici del tribunale, che, attualmente è composta da una maggioranza conservatrice di sei a tre.