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Cina-Ue. Il Dragone e la pecorella

martedì, 11 Aprile 2023
2 minuti di lettura

Ci vorrebbe tutta l’abilità di Esopo per raccontare la fiaba dei rapporti tra la Cina e l’Unione europea. Perchè, a dirla con i fatti, non ci si crede. I servizi di sicurezza, i giornali, i vari centri di studi dei Paesi europei producono documenti che dimostrano quanto sia cruciale il Vecchio Continente per le mire espansionistiche cinesi e quanto estesa sia le rete di penetrazione  spesso subdola dell’economia di Pechino in aziende, finanza, infrastrutture strategiche dei 27 Paesi. Solo da poco tempo, pare, i governi si sono svegliati e stanno alzando un po’ di protezione rispetto a quella che si prefigura non come una cooperazione ma come una progressiva colonizzazione cinese a danno dell’Europa. Con buona pace di Beppe Grillo, la cui brillante satira politica non avrebbe vita facile nei teatri cinesi.

Da un anno  l’Europa è impegnata su tutti i fronti per aiutare l’Ucraina mentre la Cina, che non ha mai condannato l’aggressione russa, elogia Putin e nulla fa per convincerlo a ragionare. In questo contesto continua la processione dei leader europei che vanno a chiedere udienza al capo assoluto della Cina senza portare a casa nulla di concreto per quanto riguarda i rapporti con la Russia ma concludendo qualche altro affaruccio per la gioia degli amministratori delegati delle aziende dei loro Paesi. Immagino l’ilarità con cui i dirigenti comunisti cinesi commentano in privato questo spettacolo….

Penseranno: “Strani questi europei, si svenano economicamente per fermare Putin che è nostro alleato, vengono da noi a chiederci di farlo smettere, noi non  promettiamo nulla, loro tornano a mani vuote e non succede niente; intanto  però  continuano a fare affari con noi  pur descrivendoci come subdoli colonizzatori….Ma che hanno in testa se hanno una testa?”

In effetti una logica non c’è. Perchè l’Europa continua a fare favori alla Cina  se la ritiene un partner inaffidabile che mira  stendere una rete di controllo su aziende e infrastrutture vitali e fa incetta di terre rare e materie prime indispensabili per l’economia digitale? E’ masochismo o scelleratezza?

Inoltre, se l’Europa si ritiene, come pare sia, di vitale importanza per l’economia e le strategie future della Cina perchè non usa questa posizione di forza per far valere le sue ragioni e ottenere da Xi  qualche risultato concreto?

Detto brutalmente. I vari leader europei dovrebbero fare a Xi  un discorso di questo tipo: “Vuoi continuare a commerciare, a realizzare partnership con  noi ? Allora devi fare due cose : rispettare le nostre regole e prendere le distanze da Putin. Non lo fai ? E allora noi rallentiamo la nostra cooperazione con te, tutti i progetti comuni che abbiamo li congeliamo e vediamo se con la tua amicizia senza confini con la Russia  riesci a fare a meno di noi” . I cinesi sono saggi e sanno ben calcolare i loro interessi e saprebbero cosa scegliere. Siamo noi che non siamo né saggi, né lungimiranti e che pensando di fare i furbi facciamo gli interessi di chi ha bisogno di noi.

Una bella fiaba che rischia di diventare un incubo.

Giuseppe Mazzei

Giuseppe Mazzei

Filosofo, Ph.D. giornalista, lobbista, docente a contratto e saggista. Dal 1979 al 2004 alla Rai, vicedirettore Tg1 e Tg2, quirinalista e responsabile dei rapporti con le Authority. Per 9 anni Direttore dei Rapporti istituzionali di Allianz. Fondatore e Presidente onorario delle associazioni "Il Chiostro - trasparenza e professionalità delle lobby" e "Public Affairs Community of Europe" (PACE). Ha insegnato alla Sapienza, Tor Vergata, Iulm e Luiss di cui ha diretto la Scuola di giornalismo. Scrivi all'autore

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