martedì, 15 Ottobre, 2024
Esteri

Faide interne al partito repubblicano nella corsa alle nomination 2024 per Camera e Senato

Non solo Trump. Al’interno del partito repubblicano, le varie correnti si stanno scontrando per le nomine in vista delle prossime elezioni del 2014. Si inizia dalle primarie per il Senato in West Virginia. Da un lato, il leader della minoranza al Senato Mitch McConnell, il National Republican Senatorial Committee e il Senate Leadership Fund, stanno spingendo affinché scenda in campio il governatore Jim Justice, ex democratico che ha cambiato partito nel 2017. Dall’altro, il gruppo anti-fiscale Club for Growth ha appena annunciato il suo sostegno al rappresentante Alex Mooney, membro dell’ultraconservatore House Freedom Caucus, che si è impegnato a spendere 10 milioni di dollari. La manovra dei mediatori del potere di Washington segnala che le primarie potrebbero essere una delle più costose nella storia del West Virginia. I repubblicani prendono di mira il senatore democratico Joe Manchin in un campo di battaglia chiave per il controllo del Senato. È noto che il Club for Growth spende liberamente nei concorsi per le nomination del GOP, mentre McConnell e alleati, non avendo candidati all’altezza nelle elezioni dello scorso autunno, sono stati proattivi nel plasmare la mappa del 2024. “Vorrei certamente possedere una stazione televisiva nello stato del West Virginia per il 2024” ha affermato Conrad Lucas, ex presidente del Partito repubblicano dello Stato. In particolare, McConnell ha programmato un sondaggio commissionato dal Senate Leadership Fund che mostrava il governatore in vantaggio in un’ipotetica primaria. A differenza delle ultime elezioni, che videro una aspra faida tra , quando un’aspra faida tra McConnell e l’ex presidente del comitato senatoriale repubblicano nazionale, Rick Scott, questa volta l’apparato repubblicano del Kentucky e il capo della campagna GOP del Senato sembrano remare nella stessa direzione. Particolarmente nell’Indiana, uno Stato definito “Trump-più-quaranta”. Praticamente, un terreno nel quale perdere vuole dire non vincere da nessun’altra parte.

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