domenica, 17 Novembre, 2024
Manica Larga

Banca Mondiale: cooperazione globale e capitali privati per evitare il peggio

Quasi tutte le forze economiche che hanno finora alimentato progresso e prosperità stanno svanendo. “L’era d’oro dello sviluppo sembra volgere al termine”, ha avvertito pochi giorni fa il vice capo economista della Banca Mondiale, Ayhan Kose.

Il combinato disposto di pandemia, guerra in Ucraina e inflazione sembra infatti aver messo la parola fine su quasi tre decenni di crescita sostenuta, ponendo le basi per un duraturo rallentamento della produttività. Si tratta di una questione chiave per avere reddito e salari più alti, con profonde implicazioni sulla capacità di affrontare sfide come il cambiamento climatico e di ridurre povertá e disuguaglianze.

Inoltre, ha aggiunto Kose, “il rallentamento che stiamo descrivendo potrebbe essere molto più acuto, se scoppia un’altra crisi finanziaria globale, soprattutto se quella crisi sará accompagnata da una recessione globale”.

Il cosa (e perché)

Evitare questo stato di cose sarebbe stato possibile, ma avrebbe richiesto grande collaborazione ovvero “uno sforzo politico collettivo erculeo per riportare la crescita del prossimo decennio alla media del precedente”, sottolinea un recente rapporto della Banca Mondiale.

Ma non tutto è perduto. A patto di una profonda inversione di rotta con iniziative ambiziose tese ad aumentare l’offerta di lavoro, produttività e investimenti. In particolare, raccomanda la Banca, si dovrebbe operare per contenere l’inflazione, garantire la stabilità del settore finanziario e ridurre il debito, favorendo una migliore partecipazione della forza lavoro, promuovendo al contempo investimenti rispettosi del clima, che potrebbero aggiungere preziosi punti percentuali alla crescita potenziale annuale.

L’analisi mostra che la crescita potenziale del PIL potrebbe essere incrementata fino a 0,7 punti percentuali – a un tasso medio annuo del 2,9% – se i paesi adottassero politiche sostenibili e orientate alla crescita. Ciò convertirebbe un rallentamento atteso in un’accelerazione della crescita potenziale globale del PIL. Crescita che invece al momento è prevista a un tasso del 2,2% annuo per la restante parte del decennio, in calo rispetto ai tassi annuali del 2,6% tra il 2011 e il 2021 e del 3,5% nel primo decennio di questo secolo.

Il come

La via d’uscita è quindi mettere le nuove generazioni al centro, formulando “politiche in grado di fornire una crescita robusta, sostenibile e inclusiva”, ha chiosato Ayhan Kose, autore principale del rapporto e direttore del Prospects Group della Banca Mondiale.

Ma resta il fatto che se non si procede tutti insieme non se ne esce. Ovvero, “una spinta politica audace e collettiva deve essere messa in atto adesso per ringiovanire la crescita” attraverso una “risposta politica che richiede una cooperazione globale più forte e una nuova spinta per mobilitare capitali privati”.

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