mercoledì, 18 Dicembre, 2024
Esteri

Il triangolo cinese e il “caro amico” Putin

Se son rose fioriranno. Ma quelle che si vedono, per ora, sono ancora solo le spine. I colloqui tra Xi, Macron e Von dr Leyen sono stati all’insegna di una grande cortesia diplomatica. Ma dalle dichiarazioni ufficiali non trapela nessuna determinazione della Cina a fare passi concreti per “far ragionare” Putin, come ha chiesto Macron, e tendere una mano a Zelensky come l’Unione Europea auspica. A rendere più fitta la nebbia che avvolge le intenzioni di Xi è giunta con tempestività significativa la dichiarazione del Cremlino contrario ad avviare a colloqui di pace in questa fase. La comoda contraddizione in cui la Cina costruisce le sue tele è evidente: da un lato l’amicizia con la Russia la porta a non condannare l’aggressione all’Ucraina dall’altra le dichiarazioni solenni sulla sovranità degli Stati, la pace etc. mirano a tenere la Cina legata ai valori dell’odiato Occidente e a non rompere il filo di interessi economici e strategici con l’Europa.

Il doppio gioco della Cina è fin troppo evidente e può andare avanti fino a quando l’Europa lo consentirà. I viaggi dei leader europei sono utili se servono a far capire a Xi che i buoni rapporti con l’Ue  non sono compatibili con il sostegno diplomatico -anche se non militare- alla Russia Paese aggressore.

Non sappiamo se nel segreto dei colloqui Macron e Ursula von der Leyen siano riusciti a strappare qualche risultato concreto che, per opportunità diplomatica, non viene reso noto. Sarebbe una grande notizia se Xi uscisse dall’ambiguità ed esercitasse una  moral suasion su Putin. Sarebbe uno straordinario successo diplomatico  per Xi se la Cina potesse intestarsi il merito di  una mediazione capace di portare alla  fine alla guerra in Ucraina.

Sarebbe un errore consentire A Xi di beneficiare della benevolenza dell’Europa mentre  egli rimane schierato a fianco di Putin.

Mai come in questa vicenda l’economia può essere determinante per indurre a scelte politiche. Se contro la Russia le sanzioni sono uno strumento di pressione che nel medio periodo dimostrerà la sua efficacia, verso la Cina sono i traffici commerciali l’arma che l’Europa ha per convincere Xi a scegliere se essere davvero uomo di pace o se rimanere  alleato di un aggressore ricercato dalla Corte penale internazionale per crimini contro l’umanità. Tertium non datur.

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Redazione

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