Giorgia Meloni, dopo averne informato Mattarella, dovrebbe proporre un inedito organismo di monitoraggio operativo nazionale sul Pnrr. Una sorta di tavolo comune in cui sono rappresentati tutti i partiti e che ha il compito non di litigare ma di rimuovere coralmente tutti gli ostacoli normativi, regolamentari, procedurali e di implementazione senza rimpallo di responsabilità ma puntando solo al risultato.
Si tratta di una scelta “nazionalista” ed “europeista” insieme, che dovrebbe mettere armonia tra le diverse sensibilità. È nazionalista perché mira a evitare che l’orgoglio e l’interesse nazionali possano essere umiliati da un flop. È europeista perché, come abbiamo scritto (La Discussione del 2 aprile) il Pnrr lega a doppio filo le sorti dell’Italia a quelle dell’Europa: un fallimento avrebbe conseguenze nefaste per noi e gli altri partner dell’Unione.
Questa proposta non vuole togliere le castagne dal fuoco al Governo che ha comunque l’onere di far funzionare al meglio le macchina dello Stato (ministeri, Regioni, Comuni) ma obbliga tutti i partiti a trovare insieme le soluzioni anche fuori dall’ordinaria prassi per risolvere problemi la cui responsabilità non è di questo governo ma della storia recente e meno recente di un ‘Italia ingessata e incapace di investire le risorse di cui dispone.
È, forse, l’unica possibilità che l’Italia ha di spendere tutti, presto e bene i 191,5 miliardi. Perché la tentazione è forte: trasformare il Pnrr in un terreno di confronto muscolare, una guerra di tuti contro tutti.
Le opposizioni potrebbero pensare di guadagnare consenso se il governo non riuscisse ad attuare il Pnrr. Il destra-centro ha tutto l’interesse a fare bella figura e vorrebbe dimostrare che ce la può fare, nonostante i complessi problemi che sono emersi nella realizzazione dei progetti e le rilevanti divergenze di vedute all’ interno della maggioranza.
L’interesse nazionale va oltre i calcoli di parte ed esige uno sforzo corale di tutti per portare a casa il risultato e non creare problemi a noi stessi e all’Europa che ci guarda con malcelata preoccupazione. Il tavolo comune potrebbe concordare misure eccezionali per consentire il rispetto dei tempi e l’attuazione dei piani. E sarebbe un messaggio alto e chiaro: quando sono in ballo interessi vitali l’Italia c’è, una, forte, compatta e capace di vincere le sfide.