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PIAZZA COLONNA PALAZZO CHIGI

Pnrr. Il doppio filo che ci lega all’Europa  

domenica, 2 Aprile 2023
1 minuto di lettura

Il Pnrr è una questione di interesse nazionale ed europeo non un tema di politica interna su cui allestire i soliti teatrini della politica tra maggioranza e opposizione.

Nel Giugno del 2020 l’Europa ha fatto una scommessa e si è assunta un rischio concedendoci 191,5 miliardi, più di un quarto dei 750 stanziati dal Next generation Eu. La scommessa è che il Paese più colpito dalla pandemia potesse riprendersi rapidamente e tornare ad essere un ganglio vitale dell’economia europea.

Il rischio è che se l’Italia fallisse in questa operazione assesterebbe un colpo gravissimo all’intera Unione e una pietra tombale cadrebbe su qualsiasi idea di “soccorso comune” dell’Europa non solo verso il Bel Paese ma anche verso chiunque si venga a trovare in difficoltà. In pratica il Pnrr è diventato il legame più vitale che unisce i destini dell’Italia e dell’Europa in questa fase storica.

Ci siamo forse dimenticati il clima di disperazione in cui l’Europa assunse quella decisione?

La memoria corta è uno dei danni peggiori dei nostri tempi. È frutto della turbodemocrazia che divora senza assimilare  le  agende politiche nel volgere di pochi mesi e di un’informazione a base di overdose: quando c’è un evento se ne  parla fino alla noia poi tutto precipita nel dimenticatoio.

È bene allora  ricordare che il Pnrr è la carta più delicata che è passata nella mani prima del Governo Conte2, poi in quello Draghi, che lo ha dovuto riscrivere a tempi di record ottenendone l’approvazione, e ora è tutto e solo nella responsabilità di Giorgia Meloni il cui Governo -salvo imprevisti- coprirà l’intero arco di attuazione del piano previsto fino a tutto il 2026.

È la priorità delle priorità e dovrebbe essere al centro di uno sforzo comune: la maggioranza ha la responsabilità di realizzarlo l’opposizione ha il compito di stimolare la maggioranza a non distrarsi e a trovare, insieme, soluzioni adeguate per gli eventuali intoppi che si presentano. L’opinione pubblica dovrebbe periodicamente chiamare i Ministri responsabili a dare conto di quello che stanno facendo non a colpi di slogan e tweet che hanno sostituito i tagli dei nastri dei tempi andati. Serve concretezza ed efficienza. Il merito deve essere il metro su cui chi guida il Governo deve giudicare i Ministri che hanno competenza in materia. Anche a costo di emettere pagelle con insufficienze traendone le relative conclusioni.

Giuseppe Mazzei

Filosofo, Ph.D. giornalista, lobbista, docente a contratto e saggista. Dal 1979 al 2004 alla Rai, vicedirettore Tg1 e Tg2, quirinalista e responsabile dei rapporti con le Authority. Per 9 anni Direttore dei Rapporti istituzionali di Allianz. Fondatore e Presidente onorario delle associazioni "Il Chiostro - trasparenza e professionalità delle lobby" e "Public Affairs Community of Europe" (PACE). Ha insegnato alla Sapienza, Tor Vergata, Iulm e Luiss di cui ha diretto la Scuola di giornalismo. Scrivi all'autore

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