mercoledì, 18 Dicembre, 2024
Società

Corruzione. L’Italia fa passi avanti nella prevenzione

Le azioni del Governo aumentano gli strumenti per contrastare il malaffare

La Banca d’Italia, che spesso ha offerto interessanti contributi sul piano della conoscenza dei fenomeni criminali e di corruzione nella pubblica amministrazione (cfr. l’intervento del Dottor Gian Luca Trequattrini al “Master anticorruzione” “La Banca d’Italia e la prevenzione dei rischi costruttivi”) ha redatto recentemente “Il Piano triennale di prevenzione della corruzione 2023-2025”, ai sensi della legge 190/2012 “Disposizioni per la prevenzione e la repressione della corruzione e dell’illegalità nella pubblica amministrazione”, con il quale fornisce un quadro generale dell’assetto che la Banca d’Italia si è data per la prevenzione della corruzione e illustra le iniziative di prevenzione del rischio di maladministration e le misure di trasparenza già attuate e quelle programmate per il triennio.

Ma quello che interessa in questa sede è  “l’Analisi del contesto esterno e interno”, che fa il rapporto fornendo informazioni poco conosciute dal grande pubblico. In particolare l’Indice di Percezione della Corruzione (CPI) 2022, elaborato annualmente da Transparency International, che colloca l’Italia al 41° posto, con un punteggio di 56. Dopo aver scalato 10 posizioni nel “CPI” 2021, l’Italia conferma il punteggio dello scorso anno e guadagna una posizione nella classifica globale dei 180 Paesi oggetto della misurazione.

L’Italia è tra i paesi dell’area che hanno registrato maggiori progressi dal 2012 al 2022 – e questo è positivo – nonostante resti ancora sotto la media europea. Il “CPI” 2022 conferma, infatti, l’Italia al 17° posto tra i 27 Paesi membri dell’Unione Europea.

Il progresso è il risultato delle misure normative in tema di prevenzione della corruzione adottate nell’ultimo decennio e della crescente attenzione riservata alla promozione dei valori della prevenzione della corruzione, della trasparenza e della integrità.

Infatti importanti atti normativi sono stati adottati nel corso del 2022 con precisione il 1° dicembre 2022 il Consiglio dei Ministri del governo Meloni ha approvato lo schema di decreto recante modifiche al Codice di comportamento dei dipendenti pubblici secondo le direttrici di riforma della pubblica amministrazione indicate nel Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), in tema di eco-sostenibilità e riduzione del consumo energetico nella gestione delle risorse pubbliche.

Particolare attenzione in questo Piano è riservata ai temi dell’etica pubblica e del comportamento etico per i quali sono previsti cicli formativi da svolgersi obbligatoriamente.

Poi il 9 dicembre 2022 il Consiglio dei Ministri dell’Esecutivo di Destracentro ha approvato lo schema di decreto legislativo che recepisce la Direttiva UE 2019/1937 per fornire un livello minimo comune di tutela ai segnalanti, tramite canali di segnalazione riservati, interni o esterni all’organizzazione aziendale, nonché misure di protezione contro possibili ritorsioni.

Recependo la Direttiva, proprio al fine di rafforzare i principi di trasparenza e responsabilità, il legislatore delegato ha esteso il campo delle violazioni segnalabili prevedendo la possibilità – per i soggetti del settore pubblico e, in certi casi, del settore privato – di segnalare anche violazioni del diritto nazionale.
In ambito europeo, infatti, è stata avviata una riforma degli assetti normativi e istituzionali europei per accrescere l’efficacia dell’azione di contrasto al riciclaggio e al finanziamento del terrorismo, che rappresentano una grave minaccia per l’integrità del sistema finanziario.

È in corso un processo di revisione che porterà a trasfondere in un regolamento europeo, direttamente applicabile in tutti gli Stati Membri, i principali obblighi antiriciclaggio oggi contenuti in direttive.
Sia a livello nazionale sia a livello europeo particolare attenzione è dedicata al cd. “pantouflage”, termine con cui si fa riferimento al passaggio di dipendenti pubblici al settore privato.

A livello nazionale l’ANAC ha dedicato ampio spazio, nel Piano Nazionale Anticorruzione alle incompatibilità successive alla cessazione del rapporto d’impiego con enti pubblici, mentre il Parlamento europeo nel mese di dicembre 2022 ha adottato una risoluzione con la quale, al fine di evitare gli effetti negativi delle cosiddette “porte girevoli”, ha proposto l’introduzione di un periodo di incompatibilità per gli ex deputati del Parlamento e ha invitato le istituzioni dell’UE a prevedere periodi minimi di incompatibilità per gli alti funzionari dell’Unione.

Come si vede lo slogan utilizzato spesso nella comunicazione della nuova maggioranza “legge ed ordine”, si sta man mano che se ne presentano le occasioni, concretizzando in provvedimenti legislativi ed in buone pratiche di governo.

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