In Europa con le richieste dell’Italia su migranti ed economia; gli accordi militari a sostegno dell’Ucraina; i nodi dell’energia e della crisi idrica. Il Mediterraneo con il rischio default della Tunisia. Per il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni una lunga giornata al Senato tra le comunicazioni in vista del Consiglio europeo del 23 e 24 marzo, e un dibattito serrato tra interventi e repliche polemiche. Infine nel pomeriggio l’Aula di Palazzo Madama approva, dopo il voto per parti separate, la risoluzione unitaria del centrodestra. Un confronto parlamentare tenuto in un clima teso con differenziazioni nella maggioranza e tra le opposizioni. Nel centrodestra la Lega, con il capogruppo Massimiliano Romeo lancia un monito: “Rischi dalla corsa alle armi”. Mentre nelle opposizioni il leader di Azione, Carlo Calenda conferma il sostegno all’Ucraina in linea con l’ex Governo Draghi, “Continueremo dunque a sostenerla, insieme ai provvedimenti conseguenti, e speriamo che così si comporteranno le altre opposizioni responsabili”.
Meloni attacca il M5s
“Ho sentito dire che andrei in Europa a prendere ordini. Lo diranno i fatti. Non mi vedrete mai fare questo”, sottolinea il presidente del Consiglio, replicando al M5s, “Io preferisco dimettermi, piuttosto che presentarmi al cospetto di un mio omologo europeo con i toni con i quali Giuseppe Conte andò al cospetto di Angela Merkel, a dirle che il M5s erano ragazzi che avevano paura di scendere nei consensi ma alla fine avrebbero fatto quello che l’Europa chiedeva. Preferisco dimettermi che rappresentare una nazione del genere”.
L’Italia un ruolo protagonista
“La voce dell’Italia è e sarà sempre più forte in Europa: è questo il mandato che abbiamo ricevuto dai cittadini”, prosegue Giorgia Meloni nell’Aula di Palazzo Madama, “L’Italia vuole tornare a essere protagonista nel contesto europeo per rafforzare la casa comune europea” osserva il premier, “il tempo dell’austerità è finito e il percorso di riequilibrio dei bilanci degli Stati indebitati non dovrà sacrificare lo sviluppo economico. Una crescita economica stabile e duratura è l’unica garanzia di sostenibilità del debito pubblico”.
Mes nuove regole “credibili”
Sul Meccanismo economico di stabilità il presidente del Consiglio ribadisce: “sulla revisione del Patto di stabilità e crescita c’è ancora da fare: è necessario arrivare alla fine del 2023 con nuove regole credibili, abbiamo avuto un Patto di stabilità e crescita che in passato era più attento al tema della stabilità, oggi abbiamo bisogno di attenzione al tema della crescita. Questa è la nostra priorità”.
Impegni e armi all’Ucraina
“Rispettare gli impegni assunti è vitale per la nostra credibilità internazionale e sovranità nazionale”, osserva Giorgia Meloni, “Se non sei in grado di difenderti, qualcun altro lo farà per te e non lo farà gratuitamente”. “Il sistema Italia è pronto a dare il suo contributo” e lo dimostrerà durante una conferenza che ospiteremo a Roma il 26 aprile”, evidenzia il residente del Consiglio illustrando come l’Italia avrà un ruolo nella ricostruzione dell’Ucraina. “Il sostegno dell’Italia all’Ucraina sarà assicurato in ogni ambito e sinché sarà necessario”, puntualizza il premier, “Continueremo a farlo senza badare all’impatto che tali scelte possono avere sul consenso della sottoscritta, del governo, delle forze di maggioranza, continueremo a farlo perché è giusto farlo sul piano dei valori e dell’interesse nazionale. Sta difendendo il diritto internazionale, senza il quale sostituiremmo la forza del diritto al diritto del più forte”.
Le difese aeree a Kiev
“Gli aiuti militari all’Ucraina mirati alle difese aeree significano fornire uno scudo e difendere i civili, considero puerile la propaganda di chi racconta che l’Italia starebbe spendendo soldi per mandare armamenti sottraendoli alle necessità dei nostri concittadini: è falso e lo sappiamo tutti”, spiega il presidente del Consiglio “L’Italia sta inviando armi all’Ucraina ‘già in suo possesso’ e lo sta facendo per tenere lontana la guerra da casa nostra”, sottolinea il premier, “raccontare agli italiani che senza l’aiuto all’ucraina si potrebbero aumentare le pensioni o ridurre le tasse è una menzogna”.
Gestione dei flussi migratori
“L’Italia ha tutte le carte in regole per recitare in Europa un ruolo da protagonista”, insiste nell’Aula del Senato, il presidente del Consiglio Giorgia Meloni durante le comunicazioni al Senato in vista del Consiglio europeo del 23 e 24 marzo. “E’ quello che vogliamo fare in virtù della nostra storia, stabilità e forza delle nostre idee”, spiega, “L’Italia vuole ribadire che non c’è un solo minuto da perdere: è il tempo di agire e tradurre in fatti concreti le misure concordate dal Consiglio europeo sulla gestione dei flussi migratori. Non vogliamo più piangere vittime innocenti nel Mediterraneo, non vogliamo più accettare che la gestione dei migranti sia gestita dagli scafisti e da chi li manovra, e perché vogliamo una migrazione legale”.
L’agenda dell’Europa
“Il prossimo Consiglio europeo ha in agenda sfide prioritarie per l’Ue: l’Ucraina, la competitività, il mercato unico, l’energia e l’immigrazione”, ricorda Giorgia Meloni, “l’Ue è chiamata al compito più arduo degli ultimi decenni, garantire la sicurezza del nostro continente dai riflessi dell’aggressione russa in Ucraina, proteggere il nostro tessuto socio-economico, predisporsi a cambiamenti radicali negli equilibri globali”.
In merito all’immigrazione siamo di fronte a un’emergenza strutturale, “questa affermazione è la più realistica per descrivere il contesto che ci circonda”, ha detto Meloni che aggiunto “il giorno dopo la tragedia di Cutro ho scritto ai vertici dell’Ue e agli altri leader europei per ribadire che non possiamo attendere oltre: non possiamo attendere un altro naufragio. Le frontiere dell’Italia sono frontiere dell’Europa, e l’Europa è chiamata a proteggere quelle frontiere”. “In uno Stato di diritto sono le prove che fanno i colpevoli, non esistono prove che lo Stato italiano”, nel caso della tragedia di Cutro “potesse fare di più”. “C’è un solo modo per fermare i movimenti secondari dei flussi migratori: fermare quelli primari, questo ragionamento inizia a fare breccia nei nostri partner e per questo credo che sia ora di lavorare su un nuovo modello di gestione delle frontiere esterne”, osserva Meloni che aggiunge, “gli Stati di bandiera “che finanziano le navi delle Ong devono assumersi le responsabilità che il diritto del mare attribuisce loro”.
Energia ed economia verde
Il processo verso un’economia verde, ribadisce il premier “deve essere sostenibile dal punto di vista sociale ed economico: per questo”, fa presente Giorgia Meloni, “ci opponiamo a proposte come il regolamento delle emissioni di CO2 per le auto e a quella di efficientamento degli edifici. Rischiano di esporci a nuove dipendenze strategiche proprio mentre vanno in porto gli sforzi per liberarci dalle dipendenze del gas russo”, spiega ancora il premier. “L’Europa può stabilire gli obiettivi ma non può dire come raggiungerli”, puntualizza il premier, “non cambio idea sul tema dell’elettrico e su temi che hanno un approccio ideologico”. Non seguiremo quel processo che “sull’altare della decarbonizzazione ci consegna alla deindustrializzazione”.
Economia Ue, Paesi divisi
Il presidente del Consiglio sottolinea anche le differenze tra Paesi Ue. “Non c’è accordo fra i 27 Stati europei su un fondo sovrano europeo per gli investimenti strategici. L’Unione europea è in ritardo sull’autonomia rispetto alle materie prime critiche: il governo italiano è pronto a fare la sua parte”, puntualizza Giorgia Meloni, “Un piano di tale ambizione necessità di un quadro finanziario e politico coerenti: è necessario capire come finanziare tali misure con strumenti che no si basino solo sulla flessibilità degli aiuti di Stato”.
Gli aiuti alla Tunisia
Nell’intervento al Senato del presidente del Consiglio anche un tema nuovo. La questione della Tunisia e di un suo potenziale default è un problema enorme. “Il Fondo monetario internazionale ha bloccato la trattativa”, rivela il premier, “e il commissario Gentiloni, che aveva programmato di recarsi in Tunisia all’inizio del mese, ha rimandato tale iniziativa”.
Calenda: Sì agli aiuti a Kiev
“Sulla guerra in Ucraina riteniamo che vi sia una sola linea possibile: andare avanti a sostenere gli ucraini finché la Russia non accetterà di sedersi ad un tavolo di trattative”, dice a nome di Azione-Iv Carlo Calenda in Senato durante il suo intervento, “impegnandosi contestualmente per il ritiro totale e immediato dai territori aggrediti. Questa rimane l’unica strategia efficace per tenere in sicurezza l’Ue e il mondo da nuove rivendicazioni del Cremlino e da ulteriori conflitti”. “Questa linea, adottata all’indomani dell’invasione russa da Mario Draghi e da lei portata avanti con coerenza, al netto delle stravaganti dichiarazioni di alcuni esponenti della maggioranza, è la nostra linea. Continueremo dunque a sostenerla, insieme ai provvedimenti conseguenti, e speriamo che così si comporteranno le altre opposizioni responsabili”.
Il Pd su Ucraina e migranti
Iniziativa del Pd legata alla guerra tra Russia e Ucraina e alla accoglienza dei migranti. I Dem chiedono di “continuare ad assicurare il pieno sostegno, con tutte le forme di assistenza necessarie, al popolo e alle istituzioni ucraine” e poi quello di “sostenere un ulteriore rafforzamento da parte dell’Unione europea della pressione collettiva sulla Russia, isolandola affinché ponga fine ai combattimenti e si ritiri dal territorio ucraino, anche garantendo pieno supporto alle attività svolte dalla Corte penale internazionale nel perseguire i crimini di guerra e i crimini contro l’umanità per la deportazione di minori ucraini in territori russi”. Nella risoluzione del Pd non manca anche la richiesta all’esecutivo di “favorire attivamente un consistente sforzo politico e diplomatico unitario da parte dell’Unione, per il raggiungimento di una pace giusta e duratura, basata sul rispetto della sovranità e dell’integrità territoriale dell’Ucraina”. Altri impegni chiesto dal Pd riguardano le migrazioni e le richieste di asilo: “si intraprenda ogni azione finalizzata a favorire la revisione, in tempi brevi, del Patto su migrazione e asilo, al fine di elaborare una politica migratoria comune dell’Unione europea attraverso meccanismi che rendano concreta la partecipazione alla gestione dei flussi migratori da parte di tutti i Paesi dell’Unione, dando effettiva attuazione ai principi di solidarietà e di equa ripartizione della responsabilità tra gli Stati membri, anche sul piano finanziario”.
Pd: premier “pessimo” discorso
“Sul discorso di Giorgia Meloni il nostro giudizio è pessimo”, dice la presidente dei senatori del Pd Simona Malpezzi, “Un intervento povero su temi economici, senza prospettiva sul nuovo modello di patto di stabilità. Oggi i cittadini italiani chiedono risposte al caro vita e alla crisi economica e sociale. Invece il governo si è trincerato dietro i soliti slogan, soprattutto, sul tema migratorio. Come al solito la Presidente del Consiglio si è affidata al linguaggio securitario e propagandistico dimenticandosi che oggi la destra è al governo e non più all’opposizione. Il Pd nella sua risoluzione ha avanzato proposte di merito molto dettagliate per dare il nostro contributo. Quelle proposte che nella risoluzione di maggioranza sono completamente assenti. Sull’Ucraina abbiamo mantenuto con coerenza la nostra posizione che è la stessa di quando è cominciata la guerra: difendiamo la libertà dell’Ucraina e del suo popolo, contro l’invasione russa, difendiamo lo stato di diritto e i valori europei”.
M5S: presa in giro degli italiani
Attacco diretto al presidente del consiglio quello del Movimento 5 stelle. “Meloni chiede collaborazione alle opposizioni ma non prenda in giro gli italiani: con i soldi di chi vorrete reintegrare gli arsenali che svuotate per mandare le armi in Ucraina?”, si interroga nell’Aula del Senato Ettore Licheri di M5S durante il dibattito sulle comunicazioni di Giorgia Meloni, “È vero che paghiamo tutti il prezzo dell’aggressione russa, ma non tutti nello stesso modo. La Germania e la Francia si sono fatti passare dei piani sostanziosi mentre Meloni viene in Aula con una inflazione al 10% e i prezzi che volano, con un carovita che è diventato insopportabile. Questa guerra sta facendo male alle nostre famiglie ed imprese e la presidente del Consiglio ci deve dire come li aiuta invece di usarli come un bancomat. Non è più la guerra tra Kiev e Mosca ma tra la Russia e la Nato”, sottolinea il senatore del M5S, “e ci può portare dritti alla terza guerra mondiale e al punto di non ritorno. Come disse Kennedy, non bisogna avere paura di negoziare. Per una volta Meloni smetta di dire signorsì e prenda in mano con orgoglio una iniziativa che spezzi la spirale di violenza che conviene da altri ma non conviene né è agli europei né agli italiani”.
Cutro, iniziativa delle opposizioni
I gruppi di minoranza in Parlamento chiedono l’accesso civico alle informazioni e ai documenti amministrativi relativi al naufragio di Steccato di Cutro dello scorso 26 febbraio. La richiesta è indirizzata alla premier Meloni, ai ministri Salvini e Piantedosi, ai prefetti Valenti e Galzerano, e al Centro nazionale di coordinamento del soccorso in mare. Il documento, presentato in conferenza stampa alla Camera, è stata firmato dai deputati Serracchiani del Partito democratico, Silvestri del Movimento 5 Stelle, Richetti di Azione-Italia Viva, Fratoianni di Alleanza Verdi e Sinistra, e Magi di +Europa. “Le notizie che arrivano dai giornali ci inducono a chiedere chiarezza”, commenta Debora Serracchiani. La deputata Zanella, di Avs, sottolinea: “Se anche con questa richiesta non dovessimo avere informazioni adeguate, andremo oltre. Certo non ci fermiamo. Insieme valuteremo quali altre vie intraprendere: è una questione di giustizia”.