La generazione di chi scrive ha avuto come fonte primaria di apprendimento, prima ancora della scuola e dei libri, l’esempio di genitori e nonni che hanno saputo tramandarci ciò che nemmeno i libri potevano trasmetterci: la storia della Famiglia nelle passate generazioni, le tradizioni, i piccoli lavori domestici, i segreti della cucina di casa. Bastava seguire, guardare, provare, assaggiare e come per incanto tutto veniva assimilato ed impresso indelebilmente nel nostro patrimonio conoscitivo, in modo che noi lo si potesse trasmette a nostra volta ai nostri discendenti, magari arricchendo sempre più la conoscenza con la nostra esperienza.
Purtroppo non siamo stati capaci di portare a compimento quest’ultima parte del nostro dovere di padri e di madri: trasmettere ai nostri figli il patrimonio conoscitivo che avevamo ricevuto dai nostri avi, il patrimonio che perpetua le tradizioni di un popolo. A nostra discolpa una serie di circostanze che vorticosamente hanno caratterizzato gli ultimi cinquant’anni del nostro periodo storico e che man mano hanno coinvolto la società in un vortice di mutamenti che ci ha distratto dal nostro compito di educatori e, nel contempo, ha reso la proposta tecnologica più interessante ed accattivante rispetto al vecchio sistema educativo.
Da un lato la crisi della Famiglia come nucleo indissolubile e punto di riferimento della nostra Società, con l’aumento delle separazioni tra i coniugi, divorzi, famiglie allargate e quant’altro.
Dall’altro televisione, computer videogiochi, smart-phone, palestre, asettici corsi di formazione per qualsivoglia tipo di attività che fuori da una specifica passione serve soltanto a stressare i nostri figli e noi genitori, danza, musica etc., una scuola sempre più impegnativa che sicuramente a prodotto giovani tecnicamente più preparati e competitivi, ma sempre più distanti dalle loro tradizioni, dalla loro storia e dal contatto umano con la famiglia.
E i nonni??? Sempre più soli, in crisi di identità dopo la fine della vita lavorativa, sempre più distanti dalla famiglia, spesso isolati in ricoveri per anziani…. Ma ci rendiamo conto del valore che stiamo perdendo?
Forse dovremmo fermarci e riflettere, non dico per tornare ai tempi ormai passati, ma per riuscire a trovare nell’unità della famiglia tradizionale un punto di riferimento essenziale del nostro modello sociale. La foto che pubblichiamo, foto attuale della piccola Mariastella, figlia della nostra collaboratrice Anna e della nonna, deve servirci da monito per correggere gli errori e per farci capire che è nostro dovere utilizzare gli anziani per far crescere meglio i nostri figli.