Non è bastato e non poteva bastare il bel gesto di Meloni di andare al congresso della Cgil per far tornare il sereno nei rapporti tra Palazzo Chigi e i sindacati. Che sono già sul piede di guerra e non escludono lo sciopero generale contro la riforma del fisco. Su questo tema le tre sigle, spesso divise negli ultimi tempi, potrebbero trovare un’unità che non si vedeva da tempo.
Un fronte sindacale agguerrito non lascia intravvedere mesi tranquilli per il Governo.
La ritrovata unità e combattività sindacale potrebbe far da catalizzatore per la frammentata opposizione di sinistra e facilitare il costituirsi di un altro fronte comune Pd-5S Verdi-sinistra contro il Governo.
Governare sotto gli attacchi incrociati di sindacati e opposizione non è mai una passeggiata.
Anche se i numeri in Parlamento non cambiano, muta il clima nel Paese, nell’opinione pubblica, nei salotti tv. Insomma tutto rischia di complicarsi per un governo che finora ha registrato un crescendo di consensi ben oltre quelli delle urne del 25 settembre.
Su questo dato farebbero bene a riflettere i partiti della coalizione e soprattutto il Presidente del Consiglio. Tocca a lei evitare che i due fronti, sindacale e politico, si consolidino e sommino le loro forze aumentando il peso dell’opposizione in Parlamento e nelle piazze.
Se perfino un Presidente, monarca costituzionale come quello francese deve fare i conti con le manifestazioni, figuriamoci un Presidente del Consiglio che non ha né i poteri del Premier inglese, né quelli del Cancelliere tedesco né tanto meno quelli del Presidente francese o americano. Insomma Meloni dovrebbe aver tutto l’interesse a tenere aperto un canale di dialogo con i sindacati. Metterli completamente fuori gioco rischia di creare più problemi di quelli che si pensa che possano essere risolti usando questo metodo.
Che fare? Forse la riforma fiscale si poteva fare in parte con legge ordinaria e in parte con legge delega. Su questo torneremo nei prossimi giorni. Ma una strada percorribile e necessaria per il Governo rimane quella indicata ieri su La Discussione: aprire una stagione di concertazione a tre insieme a imprenditori e sindacati per impostare una politica economico-sociale che tenga a freno l’inflazione, riequilibri la distribuzione dei redditi e assicuri una solida ripresa. Insomma, la politica dei redditi è il terreno su cui Meloni può evitare il conflitto con i sindacati e sparigliare le carte nell’opposizione di sinistra.