venerdì, 22 Novembre, 2024
Economia

Bella (Confcommercio): l’economia rallenta. Prezzi in crescita. L’impatto sulle famiglie

Consumi alimentari in riduzione a causa dell’aumento dei prezzi. Con la Confcommercio che conferma la sua analisi di un “Quadro complesso”. Un poco di crescita tra troppe incertezze e l’aumento dei prezzi in un settore come gli alimentari che frena i consumi delle famiglie. “Non si risolvono le incertezze ereditate dal 2022”, osserva il direttore dell’Ufficio Studi, Mariano Bella, “Si conferma lento il rientro delle dinamiche inflazionistiche e si conferma altrettanto serio l’impatto di queste sui consumi”.

L’economia che rallenta

I dati sono quelli della Congiuntura Confcommercio di Marzo che non inducono ad ottimismo. “Il rallentamento dell’attività produttiva”, spiega  Bella, “deve alla contrazione della domanda delle famiglie. A ciò non si è associato, per il momento, un peggioramento del mercato del lavoro”. In linea con le attese, il primo trimestre del 2023 si configura come un periodo di rallentamento dell’attività economica.

Le riduzioni del Pil

Anche nel mese di marzo, il Pil dovrebbe ridursi dello 0,3% rispetto al mese precedente. “Su base annua si registrerebbe una flessione dello 0,2%”, calcola l’Ufficio studi, “Nel complesso il primo quarto del 2023 si chiuderebbe con una contrazione dello 0,3% mensile, confermando la “recessione tecnica”.

Lontano dal pre Covid

A febbraio 2023, inoltre l’Indicatore dei Consumi Confcommercio (Icc) evidenzia una riduzione dello 0,1% sullo stesso mese del 2022. “Il dato è sintesi di un aumento della domanda per i servizi (+3,7%) e di una flessione di quella relativa ai beni (-1,4%). La minore dinamicità della domanda”, sottolinea l’Ufficio studi, “rilevata nell’ultima parte dello scorso anno e in questi primi mesi del 2023 allontana ancora il ritorno dei consumi delle famiglie in volume ai livelli pre Covid-19”.

Impatto sulle famiglie

Per ciò che riguarda l’andamento dei prezzi al consumo, a marzo è prevista una variazione nulla su base mensile e dell’8,1% su base annua. Secondo Bella, “la valutazione è determinata esclusivamente dal ridimensionamento dei prezzi dell’energia e del gas. Per molti prodotti e servizi si confermano ancora dinamiche sostenute”, puntualizza il direttore dell’Ufficio Studi, “in linea con la progressiva tendenza all’aumento dell’inflazione di fondo. La presenza di tensioni all’interno del sistema importazione-produzione-distribuzione consolida i timori di un processo di rientro che, seppure ben avviato, potrebbe subire occasionali rallentamenti, con effetti negativi sulla domanda delle famiglie”.

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