Armata del solo auspicio: “il confronto è necessario e utile”, Giorgia Meloni affronta la platea del congresso nazionale della Cgil in corso a Rimini. Non raccoglie le polemiche e gli slogan del sit in allestito all’ingresso del Palacongressi, ma tira diritto sulle questioni di Governo, confermando le opportunità del dialogo. “Ci sono ottime ragioni per confrontarci con la forza delle idee che ciascuno legittimamente rivendica”, puntualizza. L’intervento di mezz’ora di Giorgia Meloni amplia anche politicamente il perimetro delle scelte di Governo. I temi come lavoro, fisco, impresa, sussidi, crisi demografica, ruolo dell’Italia nel Mediterraneo e presidenzialismo, sono posti come fatti oggettivi, sui quali la spinta del Governo è già di per sé determinante. Con o senza le opposizioni. Attacca il Reddito di cittadinanza, illustra le ragione del no al salario minimo, sintetizza la riforma del fisco e lancia un monito contro: “le violenze figlie della contrapposizione ideologica”. La platea rimane in ascolto sottolinea solo con qualche breve applauso. Poco l’entusiasmo dei delegati Cgil, la scena, tuttavia, resta al premier che incassa una attenzione che solo un anno fa era impossibile da mettere in conto.
Fischiata dall’età di 16 anni
“Ringrazio anche chi mi contesta. Non ho voluto rinunciare a questo appuntamento in segno di rispetto del sindacato”, esordisce Giorgia Meloni. “Mi sento fischiata da quando ho 16 anni. Potrei dire che sono Cavaliere al merito su questo”, racconta il presidente del Consiglio per alleggerire il clima delle contestazioni tenute al momento del suo ingresso in sala con alcuni dei delegati che prima l’hanno fischiata per poi uscire con il pugno alzato intonando “bella ciao”.
La responsabilità delle decisioni
“Questo congresso”, prosegue il presidente del Consiglio, “è un esercizio di democrazia e partecipazione che non può lasciare indifferente chi ha responsabilita decisionali e chi come me sa quanto questi eventi tengano vive queste dinamiche”, evidenzia. “Non mi sottraggo a un contesto sapendo che è un contesto difficile. Non mi spaventa. La ragione per cui ho deciso di essere qui è più profonda. Oggi si celebra la nascita della nostra nazione”, ricorda Giorgia Meloni.
“Con questa presenza, con questo confronto, questo dibattito, possiamo autenticamente celebrare l’unità nazionale”, fa presente il premier che indica un percorso di relazioni, “la contrapposizione è positiva, ha un ruolo educativo, l’unità è un’altra cosa, è un interesse superiore, è il comune destino che dà un senso alla contrapposizione”. “Il confronto è necessario e utile. Se questo è l’approccio ci sono ottime ragioni per confrontarci con la forza delle idee che ciascuno legittimamente rivendica”.
“Ringrazio tutta la Cgil dell’invito anche chi mi contesta con slogan efficaci, ho visto ‘pensati sgradita’: non sapevo che Chiara Ferragni fosse una metalmeccanica”, segnala il premier commentando una frase riportata su un vestito che la nota influencer ha indossato al festival di Sanremo.
Fisco, fiducia e crescita
Il primo tema toccato è la recente approvazione della riforma fiscale che per Giorgia Meloni apre un nuovo orizzonte.
“Lavoriamo per consegnare agli italiani una riforma complessiva che riformi l’efficienza della struttura delle imposte, riduca il carico fiscale e contrasti l’evasione fiscale, che semplifichi gli adempimenti e crei un rapporto di fiducia fra Stato e contribuente”, sottolinea il premier parlando della riforma fiscale. “Vogliamo usare la leva fiscale come strumento di crescita economica, una riforma che guarda con molta attenzione al lavoro, con interventi sui redditi medio bassi e novità per i dipendenti”.
“Noi veniamo da un mondo in cui ci si è detto che la povertà si poteva abolire per decreto. Che il lavoro si poteva creare per decreto. Se fosse così dovrebbe essere lo stato a creare ricchezza, non è così. La ricchezza la creano le aziende con i loro lavoratori”, scandisce il premier, “lo Stato deve creare regole giuste e redistribuire. Mettere aziende e lavoratori nelle condizioni di creare ricchezza che si riverbererà su tutti”. “La riforma fiscale varata dal Consiglio dei ministri”, rivendica il premier, “si concentra sui più fragili, sul ceto medio”.
Economia, imprese e lavoro
Secondo tema sul quale si concentra l’intervento del presidente del Consiglio è quello delle imprese e del lavoro.
“Per far crescere l’occupazione bisogna far ripartire l’economia, liberare le energie migliori dell’Italia. È la base della riforma fiscale che il Cdm ha approvato ieri con un legge delega, frettolosamente bocciata da alcuni”, fa presente Meloni nel suo intervento. Il premier inoltre rivela di aver letto la relazione di del segretario Maurizio Landini al quale fa i complimenti “per la sua tempra” visto che “ha parlato due ore senza mai prendere neanche un bicchiere d’acqua”, “confesso”, ammette la Meloni, “che io non ne sarei mai stata capace”. “Dicono che la Cgil non sia una sindacato d’opposizione”, sottolinea con un filo di ironia, “figuriamoci se lo fosse visto che in due ore di relazione non ho trovato nulla di quello che ha fatto il governo”. “Partiamo da un dato”, propone Giorgia Meloni, “e cioè che l’Italia fa registrate un tasso di disoccupazione del 58,2%, un gap che continua ad aumentare. La situazione peggiora se si considera quella femminile che registra 14 punti in meno”. “I salari sono bloccati da 30 anni”, calcola, “dato scioccante perché l’Italia ha salari più bassi di prima del ’90 quando non c’erano ancora i telefonini. In Germania e Francia sono saliti anche del 30%. Significa che le soluzioni individuate sinora non sono andate bene e che bisogna immaginare una strada nuova che è quella di puntare tutto sulla crescita economica”.
La contrattazione collettiva
La questione dei salari bassi è il tema che per il premier deve essere risolto. Una proposta quella del Governo che parte da un dato negativo. “Il reddito di cittadinanza ha fallito gli obiettivi per cui era nato”, evidenzia, “perché a monte c’è un errore: mettere nello stesso calderone chi poteva lavorare e chi non poteva lavorare, mettendo insieme politiche sociali e politiche attive del lavoro”.
“Uno dei grandi temi”, rilancia il premier chiedendo il sostegno del sindacato, “sui quali possiamo provare a lavorare insieme è un sistema di ammortizzatori sociali universale che tuteli allo stesso modo chi perde il lavoro, sia esso un lavoratore autonomo, dipendente, o cosiddetto atipico. Dare a tutti le migliori garanzie possibili ma che siano le stesse. Garantire gli stessi diritti. Non garantire una cittadella di garantiti”.
Le violenze sempre inaccettabili
Giorgi Meloni in un passaggio del suo intervento all’assemblea della Cgil ribadisce che sia stato “Inaccettabile l’attacco di estrema destra alla Cgil”. “Credevamo che il tempo della contrapposizione ideologica feroce fosse alle nostre spalle”, dice, “e invece in questi mesi, purtroppo, mi pare che siano sempre più frequenti segnali di ritorno alla violenza politica, con l’inaccettabile attacco degli esponenti di estrema destra alla Cgil” e le azioni “dei movimenti anarchici che si rifanno alle Br”, osserva Meloni.
“Voglio ricordare Biagi, fra due giorni ricorre l’anniversario dell’assassinio da parte delle Br, un uomo”, ricorda ancora il premier, “che ha pagato con la vita. Il sindacato è sempre stato impegnato nella lotta al terrorismo, credevamo che il tempo della contrapposizione ideologica feroce fosse alle nostre spalle e invece, in questi mesi, purtroppo mi pare che siano sempre più frequenti i segnali di ritorno alla violenza politica”, commenta Meloni che chiede unità, “È necessario che tutte le forze politiche, sindacati e corpi intermedi combattano insieme contro questa deriva”.
Crisi demografica e famiglie
Sulla “glaciazione demografica”, le preoccupazioni del premier.
“Per affrontare questo problema, penso che la sfida sia quella di un piano economico e culturale, imponente, per rilanciare la centralità della famiglia”, afferma Giorgia Meloni. L’obiettivo è partire “dal sostegno al lavoro femminile, agli incentivi a chi assume donne e neo mamme, con strumenti di conciliazione casa-lavoro e una tassazione che torni a tenere conto alla composizione del nucleo familiare”.
Italia hub energetico
“Confido che nei prossimi anni possano anche aprirsi settori nuovi legati alle strategie anche industriali che stiamo creando. C’è stata una mancanza di visione in questo senso che ha frenato l’Italia e che ci ha legato troppo ad alcuni Paesi”, ha detto la premier spiegando che “intendiamo invece trasformare l’Italia nell’hub di approvvigionamento energetico d’Europa, del Mediterraneo, con il piano Mattei che è un modello di collaborazione non predatoria e per aiutare i paesi africani a vivere bene”. Il piano Mattei, assicura “è la risposta più umana contro l’immigrazione”.
La riforma presidenzialista
C’è spazio nell’intervento del premier anche sul tema della riforma istituzionale sul presidenzialismo.
“Se in passato non c’è stata un chiara scelta su politiche industriale è perché la politica ha avuto un orizzonte breve”, osserva Giorgia Meloni, “Una politica industriale di lungo periodo non può essere accompagnata da governi che durano qualche mese. Non ci rendiamo conto di quanto abbiamo pagato in questi anni la nostra instabilità politica, in termini di affidabilità internazionale, in termini di concentrazione delle energie e delle risorse su grandi obiettivi strategici. Questa è la ragione per cui continuo a essere certa”, sottolinea il premier, “che una riforma in senso presidenzialista, o comunque un elezione diretta del vertice dell’esecutivo, sia, per rispetto della volontà popolare ma anche per stabilità, una delle più potenti misure di sviluppo che possiamo immaginare per questa nazione”.
L’appello di Landini
Un ruolo importante di dialogo e rispetto istituzionale è quello esercitato dal segretario della Cgil Maurizio Landini che prima dell’intervento del Premier prende la parola. “Ringrazio il presidente del Consiglio Giorgia Meloni per aver accettato l’invito a partecipare al congresso, lo considero un elemento di rispetto per l’organizzazione importante che siamo. Vogliamo”, evidenzia Landini, “essere non spettatori ma protagonisti del cambiamento”.
“Voglio solo dire due cose”, puntualizza il leader del sindacato, “stiamo per vivere un momento molto importante di questo congresso. Abbiamo scelto di fare un congresso aperto e di voler parlare con tutti, imparando anche ad ascoltare. L’ascolto è importante per noi e anche per chi ha idee diverse da nostre. Chiedere di ascoltare è chiedere anche di essere ascoltati”.