A seguito dell’uccisione di Mahsa Jina Amini lo scorso 16 settembre, il grido di Donna Vita Libertà del popolo iraniano ha superato tutti i confini geografici e ha coinvolto tutto il mondo. La diaspora iraniana in Italia ha organizzato numerose manifestazioni per portare la voce del proprio popolo privato dei diritti fondamentali, come la libertà, alle istituzioni italiane, presentandole delle richieste specifiche tra cui L’interruzione di rapporti economici con il regime sanguinario, che opprime e uccide i suoi figli grazie ai frutti di questi accordi economici, sia in termini di prodotti finali forniti da tale aziende come cartucce trovate negli spari contro i manifestanti sia in termini dell’arricchimento finanziario del corpo dei guardiani della rivoluzione IRGC che hanno il monopolio sull’economia del paese e sono la colonna portante di questo regime. Ricordiamo la recente risoluzione del Parlamento Europeo, che considera a pieno titolo le guardie dell’IRGC dei terroristi, ma che ha bisogno della richiesta di tutte le nazioni per divenire operativa e chiediamo alla sorella Italia di non esimersi da questo nevralgico compito.Interrompere i rapporti commerciali con la repubblica islamica significa indebolire il regime e portare il popolo iraniano ad un traguardo tanto desiderato e atteso cioè Regim change che è uguale a restituire la dignità e lo stesso diritto alla vita, che supera qualsiasi valore economico.”
E come dare loro torto? Basti pensare alle ultime notizie: le 5 ragazze, diventate famose in tutto il mondo per aver ballato l’8 marzo in pubblico e senza l’ijab (girando un video, sulle note di “Calm Down” di Rema e Selena Gomez, nel quartiere di Ekbatan a Tehran) sono state ricercate dal regime come i peggior criminali, stanate una ad una e portate in commissariato, dove sono state trattenute per 48 ore. L’esito? Ne sono uscite vive, ma “pentite”(evidentemente con i loro metodi brutali sono riusciti più che altro a farle pentire di essere nate nelle ore trascorse nelle loro mani) e costrette a girare, nello stesso luogo in cui ballando avevano affermato giovinezza, vita ed identità, un video col capo coperto e dove, una ad una esternavano formale pentimento per il “crimine” commesso. Il video della loro confessione è stato pubblicato sulla pagina Instagram del loro insegnante di danza. Ecco la clemenza e la libertà del regime islamico.