È stata una settimana politica tormentata quella che sta per concludersi e che vedrà lunedì la Giunta per le immunità del Senato chiamata a pronunciarsi sull’autorizzazione a procedere nei confronti di Salvini, quale Ministro dell’interno dell’epoca, per la vicenda riguardante il blocco temporaneo allo sbarco dei profughi raccolti da una nave della nostra Guardia Costiera.
La maggioranza aveva richiesto il rinvio del voto a dopo le elezioni regionali di domenica della prossima settimana, per le quali è stata deliberata la sospensione temporanea dei lavori parlamentari: una richiesta però contestata dal centro destra e dallo stesso Presidente Gasparri.
La questione era stata quindi rinviata alla Giunta per il regolamento di Palazzo Madama che l’ha autorizzata ieri per lunedì; è stato determinante il voto della Presidente del Senato, nella considerazione della pausa dei lavori parlamentari che decorrerà da lunedì 20.
Alte e concitate le proteste del centro sinistra cui ha risposto con altrettanta fermezza la Presidente Casellati; proteste comunque discutibili, tenendo a mente come proprio alcuni giorni fa la maggioranza l’aveva spuntata nella convinzione che esaminava un emendamento alla riforma della prescrizione dei processi con il voto determinante, contro ogni consuetudine, della sua Presidente.
Con tutta evidenza la maggioranza teme che Salvini possa avvantaggiarsi di un eventuale autorizzazione a procedere, ritenuta persecutoria dal suo elettorato, nelle elezioni regionali che ci saranno in Calabria e in Emilia Romagna.
Sono proprio queste elezioni che rendono sempre più nevrotico e teso il clima politico, nonostante che Conte e Zingaretti si prodighino nel legare ogni connessione fra il voto regionale e la tenuta di un governo che regge sul filo del rasoio.
Ad aggravare questo clima di precarietà le persistenti delusioni nella maggioranza, la crisi strutturale del Movimento cinque stelle che ogni giorno registra l’esodo di suoi parlamentari ma anche la tensione crescente fra il Pd e Italia Viva, il partito creato da Renzi. Un partito, quest’ultimo, che ha voluto marcare la sua ispirazione riformista e garantista contestando i profili ritenuti persecutori e di dubbia costituzionalità della riforma della prescrizione e degli stessi aggiustamenti sui quali converrebbero il Pd e il M5s.
D’altro canto è ovvio che Renzi intenda sottolineare sempre più la differenza fra Italia Viva e il Pd che sembra porsi in termini subalterni nei confronti delle pregiudiziali grilline, nella speranza forse di fare dell’M5S, nonostante i dinieghi di Di Maio, una nuova costola della sinistra.