OpenAI, la società tecnologica di San Francisco creatrice di ChatGPT, metterà in commercio una nuova versione del proprio software di intelligenza artificiale. Denominato GPT-4, l’applicazione potrà risolvere problemi difficili con maggiore precisione, grazie ad una più ampia conoscenza generale e capacità di risoluzione delle problematiche. ChatGPT, il chatbot di intelligenza artificiale (AI) che può far credere agli utenti di parlare con un essere umano, è la più recente tecnologia diffusa in rete. Sviluppato dalla società OpenAI, si tratta di un trasformatore generativo pre-addestrato (GPT), ovvero un’applicazione di un modello di linguaggio di grandi dimensioni. Questi modelli vengono alimentati da enormi quantità di testo e dati su Internet, che utilizzano per prevedere la sequenza di parole più probabile in risposta a un prompt. ChatGPT può rispondere a domande, spiegare argomenti complessi e persino aiutare a scrivere codice, e-mail e saggi.
Tuttavia, le risposte fornite da strumenti potrebbero non essere così neutre come molti utenti si possono aspettare. Il CEO di OpenAI, Sam Altman, ha ammesso il mese scorso che ChatGPT ha carenze riguardo al pregiudizio. Sistemi come ChatGPT hanno prodotto risultati privi di senso, errati, sessisti, razzisti o comunque offensivi. Questi risultati negativi non hanno scioccato Timnit Gebru, fondatore e direttore esecutivo del Distributed Artificial Intelligence Research Institute. La ricerca di Gebru ha evidenziato le insidie dell’addestramento di applicazioni di intelligenza artificiale con montagne di dati indiscriminati da Internet. Nel 2020 è stata coautrice di un documento che evidenzia i rischi di alcuni sistemi di intelligenza artificiale. Una pubblicazione che ha costretto l’autrice a lasciare il ruolo di co-responsabile del team di etica AI di Google.