Nata nel 1990 a Nairobi, in Kenya, dove è cresciuta, Thandiwe Muriu non ha ricevuto la tipica e tradizionale educazione della sua terra, bensì ha trascorso la sua infanzia imparando da suo padre, un fotografo amatoriale. “Cose come cambiare una gomma, aggiustare oggetti, usare il computer e fotografare. Quando avevo circa 14 anni, ha fatto scoprire a me e alle mie tre sorelle le macchine fotografiche reflex digitali. È stata chimica istantanea per me”, cosi ricorda Thandiwe.
Autodidatta, formatasi usando libri e internet, Thandiwe si è fatta strada nel settore iniziando a lavorare come fotografa professionista a 17 anni; a 21 anni è stata introdotta alla fotografia pubblicitaria e, nel 2013, ha firmato il suo primo contratto internazionale, “Camo”, abbreviazione di camouflage. Con i suoi scatti, che hanno riscontrato in tale ambito grande successo, la giovane keniana ha convinto anche i più importanti collezionisti di opere fotografiche, divenendo una tra le protagoniste della fiera dedicata all’arte contemporanea africana, da pochi giorni conclusasi a Marrakech.
Thandiwe mette in mostra il mix unico dell’Africa di culture vibranti, tessuti e norme di bellezza. Utilizzando colori ricchi, celebra abilmente la sua eredità africana e affronta le questioni relative alle donne del suo paese; nei suoi lavori predominano figure femminili, i cui vestiti diventano anche lo sfondo della foto; tale tecnica suggerisce l’idea del camouflage: scatto e sfondo si “camuffano”, un modo originale, intento a mettere in risalto l’identità della donna keniana al fine di presentare un’estetica diversa e ispirante per le giovani generazioni del suo Paese.