“O si cambia subito o ci fermiamo”. È la scelta perentoria posta dall’Anaao-Assomed, contro le aggressioni subite dai colleghi dura te il lavoro in ospedale. Sono mesi che l’Associazione dei medici e dirigenti ospedalieri chiede un intervento deciso contro il ripetersi di fatti di cronaca, con violenze esercitate contro il personale sanitario. L’ultimo episodio ha fatto scattare la decisione di intraprendere iniziative di lotta.
Lo stato d’emergenza
“Ancora un’aggressione a un collega, un vero e proprio agguato questa volta al Policlinico Vanvitelli di Napoli”, sottolinea con preoccupazione Pierino Di Silverio, segretario nazionale Anaao Assomed, “Di fronte all’ennesima violenza non ci resta che dichiarare lo stato di emergenza delle cure sanitarie”.
“La condizione dei nostri nosocomi”, denuncia Di Silverio, “è ormai invivibile ed è improcrastinabile un intervento urgente e concreto per spezzare la catena di violenze, altrimenti nessuno vorrà più curare”.
La mancata sicurezza
Per l’Associazione di categoria non bastano più le azioni messe in campo finora. “Evidentemente non sono sufficienti le forze dell’ordine”, prosegue di Silverio , “ma serve una legge immediata che restituisca sicurezza ai luoghi di cura e ruolo ai dirigenti medici e sanitari. Se continuiamo ad aspettare non ci saranno più cure, non ci saranno più medici, non ci sarà più un sistema sanitario e noi non saremo più in grado di fermare i colleghi che andranno via, ma li tuteleremo in tutte le sedi opportune. Per questo stiamo valutando azioni legali di denuncia per mancata sicurezza delle cure”.
La rabbia e le file d’attesa
C’è un dato che fa riflettere, quello della crisi del sistema sanitario nazionale che fa e vergere vistose carenze e problemi. “Le aggressioni sono spesso un’ingiustificabile reazione alle eterne attese dovute alla carenza di personale”, evidenzia il segretario nazionale Anaao Assomed, “Gli organici allo stremo obbligano poi a minimizzare la comunicazione con il paziente, che potrebbe invece aiutare a limitare le incomprensioni. Se si lasciano gli ospedali allo sfacelo, i pazienti reagiscono e reagiscono contro di noi. E questo è intollerabile”.
“Chiediamo”, conclude Di Silverio, “un incontro urgente con i Ministri interessati, ma non ci accontenteremo di vaghe dichiarazioni d’intenti. O si cambia subito o ci fermiamo”.