domenica, 17 Novembre, 2024
Società

30 anni a Walter Biot. Spiava per i russi

Sentenza dura del tribunale militare contro l’ufficiale di Marina Walter Biot, condannato per spionaggio spionaggio. La Procura Militare di Roma aveva chiesto la condanna all’ergastolo perchè aveva ceduto, nel marzo 2021, documenti classificati a un funzionario dell’Ambasciata russa in Italia in cambio di denaro.

La Discussione ha raggiunto Vittorfranco Pisano, attuale Segretario Generale dell’Albo Nazionale Analisti Intelligence e che è stato in precedenza consulente del Senato degli Stati Uniti d’America nell’ambito della Sottocommissione per la Sicurezza e il Terrorismo, per chiedere un commentato su questa notizia: “L’arresto dell’Ufficiale della Marina Militare italiana è stato il momento culminante di un’operazione anti-spionaggio condotta dall’Agenzia Informazioni Sicurezza Interna, con il supporto dello Stato Maggiore della Difesa e del Reparto Operativo Speciale dell’Arma. I due militari russi coinvolti nella vicenda (Alexey Nemudrov e Dimitri Ostroukhov), in quanto in servizio presso l’Ambasciata della Federazione Russa a Roma, furono immediatamente espulsi godendo di credenziali diplomatiche, mentre il Capitano di Fregata Walter BIOT venne tratto in arresto”.

Nello specifico, l’esperto statunitense ha così commentato: “Ritengo che bene abbia fatto il Pubblico Ministero a chiedere la pena dell’ergastolo in quanto chi, motivato da lucro, ideologia o quant’altro tradisce il proprio Paese, si rende responsabile di una condotta particolarmente grave, soprattutto se si considera che nel caso specifico si trattava di un funzionario dello Stato al quale era accordata fiducia a seguito di un giuramento di fedeltà e debitamente informato delle proprie responsabilità”.

Il prof. Pisano ha anche aggiunto: “Trovo pretestuoso che l’imputato abbia inizialmente tentato di attenuare le proprie responsabilità asserendo che il comportamento delittuoso riguardava esclusivamente informazioni che, ancorché soggette a classifica di segretezza, risultavano di scarsa rilevanza e che, pertanto, la loro divulgazione non avrebbe potuto recare danno allo Stato (o all’Alleanza) a cui sono state clandestinamente sottratte. Non è mai di competenza di chi abbia accesso, in ragione delle proprie mansioni, ad informazioni classificate stabilire se la classifica di segretezza attribuita dall’Autorità preposta – ossia dall’originatore – corrisponda o meno alla rilevanza dei documenti gestiti”.

Nel corso della requisitoria il Pubblico Ministero aveva ricostruito la vicenda avvalendosi anche degli scatti in cui viene fotografato Biot mentre riprende con il cellulare, sullo schermo del computer del suo ufficio, molteplici documenti. “Tra i 19 documenti fotografati da Biot ce ne erano alcuni NATO SECRET, altri RISERVATISSIMI, ed uno TOP SECRET”.

L’uomo si era procurato notizie che, nell’interesse della sicurezza dello Stato, dovevano rimanere segrete, per poi passarle alla Russia. Per farlo,aveva utilizzato un cellulare dedicato con cui scattava le foto che, salvate su una scheda di memoria, stava per consegnare a Dimitri Ostroukhov, in cambio di 5mila euro.

Per il rappresentante dell’accusa “Biot ha fatto commercio di documenti segreti” e ha dimostrato “elevato grado di infedeltà e la capacità criminale, ma anche il triste tornaconto venale. L’astuzia con la quale voleva dissimulare la sua azione. Quella del 30 marzo del 2021 è stata solo quella scoperta, ma possono essercene state altre”.

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