martedì, 17 Dicembre, 2024
Lavoro

Imprese giovanili il crollo. Mencaroni (CdC): perso il 25% del totale. Pesano i pochi utili, i costi eccessivi e i mancati aiuti

Troppe incertezze, entusiasmi spenti davanti alla burocrazia, alle difficoltà di un sistema che respinge le piccole imprese e i giovani. È lo scenario socio economico della crisi delle imprese giovanili che in Italia sono in forte calo. Lo studio che analizza un fenomeno negativo nazionale arriva dalla Camera di Commercio dell’Umbria. “Dal 2019 al 2022, sono diminuite del 9,9%, pari a 38.793 aziende in meno. In poco più di 10 anni, sono scomparse 174.914 imprese giovanili, ossia il 25,1% del totale”.

La mappa della crisi

Le regioni più colpite sono Molise, Marche, Sicilia, Calabria e Abruzzo. Solo il Trentino-Alto Adige ha mostrato un aumento. Emilia Romagna, Piemonte, Friuli Venezia Giulia, Lombardia e Veneto hanno avuto una diminuzione, ma meno marcata rispetto alle altre regioni. “Nell’Umbria, le aziende giovanili sono diminuite del 10,2% dal 2019 al 2022”, spiega Giorgio Mencaroni, Presidente della Camera di Commercio dell’Umbria, i dati “fanno emergere evidenti criticità sulla vocazione imprenditoriale dei giovani. Non è la diminuzione in valore assoluto in sé a preoccupare, perché il numero dei giovani in Italia è in flessione anno dopo anno, ma il fatto che questo calo sia molto più forte dell’invecchiamento della popolazione e che prosegua in modo incessante”.

Pochi utili tante difficoltà

Lo studio della Camera di commercio dell’Umbria pone l’accento sulle possibili ragioni del calo delle imprese giovanili sono molteplici: “i costi crescenti, la difficoltà italiana nel passaggio generazionale”, osserva Giorgio Mencaroni, “i rincari dell’energia che comprimono i margini di guadagno e la mancanza di incentivi adeguati sono solo alcune delle cause”.

Possibili soluzioni e aiuti

L’istituto Camerale, indica anche le piacevoli soluzioni per ridare forza alla cultura imprenditoriale e la qualità dei servizi di supporto, ad esempio incentivando il tutoraggio e l’accompagnamento manageriale, sostegni importanti per aumentare la propensione imprenditoriale dei giovani. “Questioni sulle quali stiamo lavorando, tanto che nei prossimi mesi verrà rilanciato lo “Sportello Nuove Imprese”, un servizio”, puntualizza Giorgio Mencaroni, “di orientamento e supporto alla creazione di impresa rivolto in particolare ai giovani”.

Un calo nazionale

Tra il 2019 e il 2022, a fronte di una flessione media nazionale del 6,8%, le imprese giovanili in Umbria sono scese del 10,2%, con la contrazione di 785 aziende. Più pesante della media nazionale anche la variazione 2022/2021, che in Umbria è stata del 3,5% (-249 imprese giovanili), a fronte del -2,9% del dato italiano. L’Umbria tuttavia non sfigura affatto nel Centro: solo la Toscana fa meglio (-9% tra il 2009 e il 2012), mentre Lazio (-10,3%) e soprattutto Marche (-14,3%) presentano flessioni più pesanti.

La fuga dei giovani

Quanto alla percentuale di imprese giovanili sul totale delle imprese, l’Umbria mostra una minore spinta sulla vocazione imprenditoriale degli under 35 (7,3% nel 2022, 16° posto in graduatoria nazionale a pari merito con la Toscana, a fronte dell’8,7% del dato nazionale). Nel Centro, tuttavia, fa meglio solo Il Lazio (8,6%). La Toscana si attesta sul valore dell’Umbria e le Marche fanno da fanalino di coda (7,1%).

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