Dal suo debutto nel 1971, lo spot anti-inquinamento, dove un nativo-americano piangeva guardando ciminiere e rifiuti che si impossessavano di un paesaggio un tempo incontaminato, è diventato un pezzo indelebile della cultura pop televisiva.
È stato citato nel corso dei decenni in spettacoli come “I Simpson” e “South Park” e nei meme di Internet. Oggi, un gruppo di difesa dei nativi americani, a cui sono stati concessi i diritti sull’annuncio, sta ritirando lo spot, in nome della cancel culture.
Il cosiddetto “Crying Indian” con le sue pelli di daino e le lunghe trecce ha dato notorietà all’attore scomparso Iron Eyes Cody. Ma per molti nativi americani, il personaggio rappresentava uno stereotipo da cancellare.
L’organizzazione no-profit Keep America Beautiful, aveva a lungo considerato come ritirare lo spot. Per farlo ha trasferito i diritti di proprietà al Congresso Nazionale degli Indiani d’America.
Il Congresso dei nativi americani si è detto orgoglioso di monitorare l’uso di questa pubblicità e garantire che venga utilizzata solo per il contesto storico. Per il loro rappresentante, lo spot era inappropriato ieri e rimane inappropriato oggi.
Quando è stato presentato per la prima volta, negli anni ’70, lo spot destò sensazione. Iron Eyes Cody trascorse più di venticinque anni in giro per gli USA, in apparizioni pubbliche e visite scolastiche per conto della campagna anti-rifiuti. Cody, era italoamericano ma affermava di avere un’eredità Cherokee attraverso suo padre. Girò film in un periodo che andava dagli anni ’50 fino agli anni ’80 incluso “Toro seduto”, “Il grande massacro dei Sioux”, “Un uomo chiamato cavallo” e “Ernest va al campo”. In televisione, è apparso in “Bonanza”, “Gunsmoke” e “Rawhide”. Era anche un consulente tecnico su questioni dei nativi americani sui set cinematografici.