sabato, 16 Novembre, 2024
Sanità

Di Silverio (Anaao Assomed): troppi medici pochi specialisti. Mentre i bandi delle scuole di specialità vanno deserti

Tanti medici e pochi specialisti soprattutto in alcuni settori strategici della sanità. Lo sottolinea in una nota l’Anaao Assomed, l’Associazione dei medici e dei dirigenti del servizio sanitario nazionale. Secondo la riflessione del vertici dell’Anaao bisogna evitare una nuova “pletora di disoccupati di lusso”, ma per farlo è necessario ripensare il sistema formativo puntando sulle specializzazioni.

Programmare gli accessi

“L’Anaao Assomed, ribadisce la sua ferma contrarietà all’abolizione del numero chiuso alla Facoltà di Medicina che a suo avviso non deve essere superato bensì programmato”, spiega Pierino Di Silverio, segretario nazionale dell’Associazione dei medici e dei dirigenti, “In questo orientamento, che riaffiora di tanto in tanto sono contenuti alcuni errori di fondo che rappresentano un pericolo per la riforma del sistema
formativo che pure è necessaria”.

Mancano gli specialisti

Per l’Associazione dei medici il vero problema è la carenza di specialisti, per questo vanno incentivati i bandi in quei settori della sanità dove c’è una maggiore necessità.
“Come dimostrano gli studi Anaao degli ultimi anni”, ricorda Di Silverio, “in Italia non mancano medici laureati, bensì specialisti soprattutto in alcune branche i cui bandi delle scuole di specialità
vanno deserti”.

No al suicidio formativo

In questa situazione per l’Anaao Assomed si rischia il paradosso di avere più medici ma non specializzati con il rischio concreto di aumentare il numero dei professionisti disoccupati.
“Aprire il numero di accessi a Medicina è un vero e proprio suicidio formativo”, osserva il segretario nazionale, “e professionale anzitutto per le Università che non sarebbero in grado di farsi carico di gestire
un numero così alto di studenti. Dove si formerebbero questi studenti?

Negli stadi o ricorrendo a docenti-ologrammi?”
“Invitiamo a maggior realismo” conclude Di Silverio, “per evitare un contraccolpo ancor più pesante in termini di qualità formativa e di una nuova pletora di disoccupati di lusso”.

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