Cosa avrebbe deciso Mario Draghi sui bonus edilizi? Probabilmente qualcosa di simile alle scelte drastiche adottate da Giorgia Meloni e che tanto scandalizzano gli stessi partiti che avevano sostenuto il governo guidato dall’ex Presidente della Bce. La coerenza non va di moda.
Le decisioni della Presidente del Consiglio meritano un plauso perché segnano una svolta netta nella conduzione della politica: l’abbandono delle suggestioni del populismo demagogico che per decenni ha condizionato le scelte dei governi.
l’idea che si debba fare i simpaticoni verso i cittadini promettendo mare e monti senza curarsi dei danni che tutte queste promesse -degne del Mangiafuoco di Pinocchio- provocano sui conti dello Stato e nelle tasche degli stessi ignari cittadini turlupinati.
Il culmine fu raggiunto dall’asse Lega-5S con la famosa “sconfitta della povertà e dell’immigrazione clandestina” a colpi di decreti e propagande di Salvini e Di Maio e senza alcuna aderenza alla realtà. La politica del sollazzo è continuata con la difesa ad oltranza -fatta soprattutto da Conte- di una norma nata male e cresciuta peggio, quella sul superbonus.
Aveva senso dare una spinta all’edilizia dopo il disastro del Covid ma si doveva evitare un meccanismo che oltre alle truffe, ha comunque legittimato un assurdo ragionamento: non badiamo a spese per le ristrutturazioni tanto le paga lo Stato e ci regala pure il 10% in più. Alè!! Da qui lievitazione dei costi, aumento dell’inflazione e un turbinio di crediti ceduti anche più di dieci volte, con gli Enti locali che si sono improvvisati intermediari finanziari…… Insomma un manicomio fuori controllo.
Gli stessi che oggi piangono hanno sorriso a lungo e a spese dello Stato a partire dal 1 luglio 2020 facendo finta di non capire che nulla è gratis e che se paga Pantalone significa che pagano i cittadini.
Meloni ha dato, per ora, un taglio netto all’andazzo della finanza allegra che danza sulla cassa del morto: un debito pari al 147% di ciò che produciamo in un anno. Realismo contrapposto a quel populismo subdolo che si agita anche tra i partiti della maggioranza e con cui la leader della coalizione di centro-destra dovrà sostenere un impegnativo braccio di ferro.
Resista signora Presidente del Consiglio, non si lasci intimidire e si prepari ad altre dure battaglie per dare l’adeguata -e si spera rapida- sepoltura al populismo che ha ridotto l’Italia alla brutta copia di se stessa.
In questa impresa non sarà sola: c’è un’Italia moderata e riformista che è d’accordo con lei anche fuori della sua maggioranza e che la sosterrà, senza badare a steccati.