domenica, 22 Dicembre, 2024
Esteri

Mosca spreme le imprese per sanare i buchi di bilancio

Il deficit ha raggiunto la cifra record di 1,8 trilioni di rubli

In Russia, a causa della guerra, le autorità spendono molto più denaro di quanto ne venga raccolto dal Tesoro. A gennaio, Mosca ha speso due volte e mezzo quanto ha ricevuto sotto forma di tasse ed il deficit di bilancio ammonta oramai a quasi 1,8 trilioni di rubli.

Né il Primo Ministro Mikhail Myshustin né il Ministro delle finanze Anton Siluanov sono stati in grado di spiegare come il governo intenda ripianare questo enorme buco di bilancio.

Allo stesso tempo, si è appreso che, alla fine del 2022, il Primo vicepremier della Federazione Russa Andrey Belousov ha promosso una “negoziazione” con i rappresentanti delle grandi imprese per ottenere – da parte loro – maggiori risorse finanziarie da destinare alla copertura delle spese, estremamente elevate, connesse con il conflitto. Rispetto al 2021, la somma richiesta dal Tesoro è praticamente raddoppiata.

Belousov, alla fine di maggio 2021, aveva accusato pubblicamente le imprese del settore metallurgico di “truffare” lo Stato per circa 100 miliardi di rubli ed aveva chiesto cha tale somma fosse restituita al bilancio. Nonostante le lagnanze delle aziende di settore, l’importo richiesto è stato raccolto.

Ora, però, lo Stato punta a raddoppiare la propria richiesta. Del resto, 200 miliardi sono ben poca cosa rispetto al buco presente nella finanza pubblica che è pari a 1 trilione 776 miliardi.

Poiché il Ministero delle Finanze non è stato in grado di offrire un piano chiaro per ripianare il buco di bilancio, Belousov, in modo assertivo ha dichiarato: “Gli oligarchi ci aiuteranno”.  Del resto, in questo momento storico, non è possibile trascurare alcun contributo, sia esso versato “volontariamente” o obbligatoriamente, non ha alcuna importanza.

Il Ministero delle Finanze, accodandosi zelantemente a Belousov, ha affermato che non ci si dovrebbe basare solo sui risultati della prima metà dello scorso anno, ma scavare più a fondo, vedendo chi ha fatto bene negli ultimi due anni. La grande impresa oppone ancora resistenza e non vorrebbe pagare. Il capo dell’Unione Russa degli Industriali e degli Imprenditori, Alexander Shokhin ha definito irrealizzabile l’idea di un contributo volontario.

In alternativa, gli oligarchi si offrono di aumentare l’entità delle imposte versata sui profitti o di negoziare l’acquisto dal governo di obbligazioni federali. L’unica domanda da porsi è se, però, gli imprenditori dispongano effettivamente delle risorse finanziarie necessarie. A riprova della fondatezza di tale dubbio, basta prendere in esame il caso di Gazprom. Il colosso del settore energetico ha beneficiato dell’aumento dei prezzi delle materie prime nella prima metà del 2022, ma è stato quasi del tutto prosciugato finanziariamente lo scorso anno. Per consentirne l’operatività, a gennaio di quest’anno, il governo si è visto costretto a rifondere a Gazprom parte delle tasse pagate in eccesso lo scorso anno.

La tassazione dell’industria petrolifera, infatti, è strutturata in modo tale che lo Stato riceva quasi tutto il profitto in eccesso. Il Cremlino non aveva considerato che i successi ottenuti nei primi sei mesi da Gazprom erano stati ampiamente attenuati dalle perdite significative registrate nel secondo semestre. Di conseguenza, i risultati finanziari complessivi del 2022 si sono rivelati peggiori rispetto a quelli ottenuti nel 2021. Oltretutto, l’utile del primo semestre era già stato utilizzato per investimenti, rimborso dei debiti, pagamenti ai soci e altre spese. Senza considerare che parte del denaro ha lasciato il Paese molto tempo fa.

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