mercoledì, 18 Dicembre, 2024
Politica

Stop cessione crediti e sconto in fattura. Pnrr centralizzato: tutti i poteri a Fitto

Decisioni del Consiglio dei minstri presieduto da remoto da Giorgia Meloni

Stop allo sconto in fattura e alla cessione del credito al posto della detrazione per gli interventi legati ai bonus edilizi Fanno eccezione gli interventi per cui sia gia’ stata presentata la Cila prima dell’entrata in vigore del decreto. Il provvedimento del Governo, secondo il ministro Giorgetti si è reso necessario per bloccare gli effetti di una politica scellerata usata anche in campagna elettorale e che ha prodotto beneficio per alcuni cittadini ma posto alla fine in carico a ciascun italiano 2mila euro a testa. “Le Amministrazioni locali non potranno acquistare i crediti relativi agli incentivi fiscali.

Lunedì a Palazzo Chigi incontro con le associazioni interessate dal provvedimento. Dure le reazione delle opposizioni. Per Bonaccini “significa condannare alla chiusura decine di migliaia di imprese, fermare almeno 100mila cantieri, mandare sul lastrico migliaia di famiglie e far perdere il lavoro a 150mila persone occupate nel settore edile e nell’indotto”. Questa la decisione che desta più clamore e che sicuramente scatenerà polemiche in fase di conversione in legge del decreto.

Il Consiglio di Ministri ha formalizzato il nuovo modello di funzionamento della gestione del Pnrr.
Ridurre tempi e autorizzazioni. Esautorare funzionari che non trovano soluzioni ai problemi. Mettete fuori gioco fino al commissariamento dei Comuni e quelle Regioni che sono “inerziali” rispetto ad appalti e crono programma. Il Consiglio dei ministri aperto ieri con la relazione del ministro Raffaele Fitto sul monitoraggio dell’utilizzo delle risorse europee, – con la premier Giorgia Meloni, assente per motivi di salute, a presiedere da remoto, in video collegamento -, ha dato il via libera al decreto che rafforza i “poteri sostitutivi” del Piano nazionale di ripresa, concentrandoli nella Struttura di missione. Svolta che imprime una accelerazione al Pnrr che ora ha una filiera di comando del tutto snellita. La Struttura di missione affidata al ministro per gli Affari europei, il Sud, le Politiche di Coesione e il Pnrr, Raffaele Fitto, avrà un coordinatore, quattro direzioni generali e un insieme di funzionari. Non sarà solo un organizzazione tecnica, ma si concentrerà sulla politica, perché la Struttura di missione, deterrà il monitoraggio degli obiettivi concordati con Bruxelles, e le trattative con la stessa Commissione europea.

Flessibilità su tempi e fondi

La decisone del Consiglio dei ministri è stata da tempo preparata e motivata, e rientra in quella strategia di Governo annunciata dal ministro dell’Economia e Finanze Giancarlo Giorgetti di avere più flessibilità nella gestione dei progetti. “Possiamo essere d’accordo con l’aumento degli spazi per gli aiuti di Stato, ma in cambio di una flessibilità ampia sulla revisione di tempi e contenuti del Pnrr e di una riforma della governance europea che non penalizzi gli investimenti strategici”. Una mediazione necessaria all’Italia per rafforzare e “scaricare a terra” i progetti miliardari previsti dal Pnrr. La flessibilità chiesta a Bruxelles sull’uso dei fondi si traduce per il Governo in procedure semplificate per realizzare gli obiettivi.

La linea dritta segnata dal Cdm

La decisione del Consiglio dei ministri mette in chiaro il nuovo percorso non solo riducendo vincoli e autorizzazioni, ma imprimendo un impatto sulla Governance del Pnrr accentrando nella Struttura di missione la regia del dei progetti. Il Cdm segna così una linea dritta che varrà fino al 2026. Tre anni in cui tutti i responsabili del Pnrr potranno essere rimossi e le stesse funzioni delle Unità di missione potranno essere trasferite ad “altra struttura di livello dirigenziale”.

Priorità ambiente e giovani

Il Piano, per essere in sintonia con le richieste di Bruxelles, indica alcune priorità. Tra queste l’attuazione di sistemi che sfruttano fonti rinnovabili, in particolare per il settore eolico. L’impatto delle opere nei territori saranno monitorati ma non saranno concessi ritardi o vincoli coercitivi. Ad esempio l’istituzione della Sovrintendenza speciale, che prenderà (momentaneamente) il ruolo delle Soprintendenze archeologia, belle arti e paesaggio, servirà a snellire alcuni passaggi. Tra i passaggi innovativi il decreto del Consiglio dei ministri istituisce l’Agenzia italiana per la gioventù. Una innovazione che fa sparire l’Agenzia nazionale per i giovani, assumendone le attività e la missione. La nuova agenzia fornisce supporto tecnico-operativo al Dipartimento per le politiche giovanili e il servizio civile universale della Presidenza del Consiglio dei ministri, mediante la stipula di apposite convenzioni o protocolli di intesa. Il decreto punta a risolvere alcune criticità tra queste l’attuazione di un programma per l’edilizia scolastica. Ora i Comuni potranno procedere con affidamenti diretti dei lavori sotto alcune soglie di spesa. Ci sarà inoltre un piano di assunzioni dei ricercatori che si sono formati con borse Pnrr, per loro è previsto l’esonero contributivo per le aziende che li assumono.

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