Il Joint Investigation Team, un team internazionale di investigatori, ha dichiarato di aver trovato “forti indicazioni” che la fornitura di armi antiaeree pesanti ai separatisti ucraini – che hanno abbattuto il volo MH17 della Malaysia Airlines nel 2014 con un missile russo – sia stata approvata dal presidente russo Vladimir Putin. I membri della squadra investigativa, tuttavia, hanno affermato di non avere prove sufficienti per perseguire Putin. Hanno, perciò, sospeso la loro inchiesta durata 8 anni e mezzo sull’abbattimento che, all’epoca, uccise tutte le 298 persone a bordo del Boeing 777 in volo da Amsterdam a Kuala Lumpur. Il team è composto da esperti provenienti da Paesi Bassi, Australia, Malesia, Belgio e Ucraina.
La Russia ha sempre negato qualsiasi coinvolgimento nell’accaduto, rifiutandosi anche di cooperare con l’indagine internazionale. In caso di nuovi possibili testimoni, l’inchiesta potrebbe essere riattivata. Il procuratore olandese, Digna van Boetzelaer, ha sostenuto che, come capo di stato, Putin avrebbe l’immunità dall’azione penale nei Paesi Bassi. Il team ha riprodotto una registrazione di una telefonata intercettata in cui si diceva che Putin potesse essere sentito discutere del conflitto nell’Ucraina orientale.
Il team è in possesso di intercettazioni telefoniche nelle quali emergeva il probabile coinvolgimento di Putin e funzionari russi affermano che la decisione di fornire ai ribelli sostegno militare, durante l’estate del 2014, era stata approvata dal Presidente russo. All’epoca dei fatti, il Putin era alla commemorazione del D-Day in Francia. Questa indagine, probabilmente, rafforzerà il caso presso il tribunale per i diritti umani e potrebbero anche essere utilizzata dai pubblici ministeri presso il Tribunale penale internazionale che stanno indagando su possibili crimini di guerra in Ucraina risalenti all’inizio del conflitto separatista.