sabato, 16 Novembre, 2024
Politica

Autonomia. Meloni: impegno rispettato. Opposizioni: così si divide il Paese

Il Governo vara il disegno di legge sull'Autonomia differenziata proposto dal Ministro Calderoli

Applausi e festeggiamenti per il via libera in Consiglio dei ministri al disegno di  legge sull’Autonomia differenziata. Il Piano – tanto agognato dalla Lega e tanto osteggiato dalla opposizione di Governo – messo a punto dal ministro per gli Affari regionali, Roberto Calderoli. L’approvazione segna uno spartiacque non solo Costituzionale ma anche politico perché sono anni che il partito di Matteo Salvini con i governatori regionali Leghisti, come Zaia, Fontana e Toti, inseguono il sogno di arroccarsi come Regioni modello di efficienza produttiva e di modernità in tutti i campi, dalla sanità alla pubblica amministrazione, mentre il Mezzogiorno viene percepito come un peso pressato da inefficienze e ritardi.

Cosa è stato approvato

Ad ispirare l’Autonomia differenziata è un ampliamento del perimetro istituzionale, le Regioni a statuto ordinario, tra le nuove prerogative possono chiedere di avere competenza esclusiva su alcune materie. Tra queste: l’istruzione, la valorizzazione dei beni culturali e ambientali, il commercio con l’estero, la gestione di porti e aeroporti, le reti di trasporti. In altre occasioni le Regioni avevano chiesto più spazio nella tutela dei loro interessi e obiettivi, come venne accordato a Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna, ma si trattava di singoli accordi con il Governo. Da ieri, invece, con il via libera al progetto di riforma voluto da centrodestra, l’Autonomia differenziata, nelle intenzioni dei promotori, serve a concedere alle Regioni, funzioni finora svolte dallo Stato.

Come procederà la riforma

L’ok al disegno di  legge sull’Autonomia differenziata, è comunque un prima passo significativo ma non risolutivo. Ieri secondo indiscrezioni “la bozza di Calderoli” prima della sua approvazione ha subito dei “ritocchi” – anche su indicazione del premier Giorgia Meloni – cambiamenti decisi nella riunione tecnica in vista del Consiglio dei ministri. Comunque l’iter rimane in salita. L’attribuzione delle nuove funzioni alle Regiini può avvenire solo dopo la determinazione dei Livelli essenziali delle prestazioni, i Lep definiti con Dpcm, entro un anno come previsto dall’ultima legge di bilancio. L’iter per l’intesa fra Regione (anche a statuto speciale) e Stato durerà almeno 5 mesi, inclusi i 60 giorni per l’esame delle Camere.

Meloni: territori con servizi uguali 
Una premessa significativa alla riforma è stata sottolineata dal presidente del Consiglio: “Non ci rassegniamo all’idea che ci siano territori e servizi di serie A e B”, puntualizza Giorgia Meloni.

La riforma messa a punto dal ministro Calderoliprevede che intese abbiano una durata fino a 10 anni. Gli accordi possono essere rinnovati o terminare prima, con un preavviso (di Stato o Regione) portato da 6 a 12 mesi, per evitare disallineamenti con l’anno scolastico, in riferimento alle materie relative all’istruzione. Sono previste poi misure perequative per evitare squilibri economici fra le Regioni che aderiscono all’autonomia differenziata e quelle che non lo fanno.

Lite tra presidenti di Regioni

La decisione del Cdm ha innescato un vortice di polemiche con fronti contrapposti. Il Centrodestra pur con sottigliezze diverse è compatto ad iniziare dai presidenti delle Regioni a guida leghista e di Forza Italia.

Per il Governatore della Lombardia, Attilio Fontana, “questa riforma non spacca un bel niente, semplicemente chiede che dei compiti che oggi svolge lo Stato vengano svolti dalle Regioni, ottenendo le cifre che oggi spende lo Stato. Quindi è soltanto una diversa organizzazione amministrativa”. Fontana sposa in todo le scelte del ministro Calderoli, per cui la riforma: “non parla assolutamente delle materie, parla della procedura che si dovrà seguire per arrivare all’applicazione di una parte della Costituzione”.

Attacco frontale invece quello sferrato dal presidente della Regione Emilia-Romagna e candidato alla segreteria dem Stefano Bonaccini: “La bozza Calderoli è proprio sbagliata e quindi non se ne farà nulla. Se vogliono andare avanti faremo una mobilitazione con tanta gente nel Paese”. Bonaccini, entra anche nel merito di ciò che a giudizio del Pd non va, ad esempio, “può un Paese rischiare di avere 20 pubbliche istruzioni diverse?”, osserva Bonaccini, “Noi faremmo veramente ridere il mondo.

Non so se il ministro Calderoli se ne stia rendendo conto”. Dalle critiche all’ira funesta indirizzata dal governatore della Puglia, Michele Emiliano contro il Governo alla ricerca di consensi elettorali. “Ci indigna profondamente questa cosa di voler fare l’autonomia differenziata prima delle elezioni in Lombardia” per evitare di “far fare brutta figura alla Lega”, Secondo Emiliano, quindi, il governo starebbe accelerando sull’attuazione dell’Autonomia “solo per non far fare brutta figura alla Lega”. La risposta arrivadal Veneto, il governatore Luca Zaia che festeggia “oggi è il primo giorno di scuola”. “Poi sarà un crescendo”, assicura ottimista Zaia, “verso la modernità, per dare vita al percorso che già prevedevano i padri costituenti. E’ una scelta di modernità e di responsabilità; non è assolutamente l’ ‘affamare’ le Regioni del sud o dividere l’Italia”. In linea con il Centrodestra, Giovanni Toti

governatore della Liguria. “Tutti coloro che si stanno stracciando le vesti in queste ore dovrebbero ricordare che i margini di autonomia differenziata tra territori sono una delle prerogative previste dal Titolo quinto della nostra Costituzione fin dai primi anni 2000 e non è  mai stato attuato”. Valutazioni da fare invece per la presidente della Regione Umbria Donatella Tesei, “Abbiamo partecipato ai tavoli con il ministro Calderoli che ha illustrato a tutte le Regioni la legge quadro, perché in realtà si tratta di una legge quadro. All’interno di questa normativa le Regioni potranno fare richiesta di autonomia differenziata in varie materie, in tutte quelle previste dalla Costituzione, ma anche in parte, e noi naturalmente come Regione Umbria stiamo facendo tutta una serie di valutazioni per capire che cosa è di nostro interesse”.

Il Pd compatto contesta

Nel mirino delle critiche del Pd in particolare la scelta discutere il ddl prima che ci siano i Lep, di affidare la loro definizione al presidente del Consiglio, nonché di non consentire al Parlamento di partecipare alla definizione delle intese. “L’articolo 8 conferma tutti i nostri sospetti”, accusa l’ex ministro, Francesco Boccia, “dall’applicazione del ddl ‘non derivano nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica’. È la riprova che non investono un centesimo per ridurre le diseguaglianze”.  Per la deputata e candidata alla guida del Pd, Elly Schlein, “sarebbe opportuno che le Regioni del Sud e quelle guidate dal Pd chiedessero una convocazione urgente della Conferenza Stato-Regioni. Conferenza Stato-Regioni ignorata e umiliata dal governo e da Calderoli che non ha voluto fare un passaggio preventivo col voto delle Regioni”.

Calenda: presa in giro elettorale

Il leader di Azione, Carlo Calenda parla di “presa in giro”. “L’approvazione del Ddl Autonomia in Cdm è l’ennesima presa in giro elettorale di una politica che fa propaganda sull’assetto istituzionale dello Stato. Questa roba”, sottolinea Calenda, “arriva in Parlamento fra 6 mesi. Ma lo approvano di corsa e male la settimana prima delle elezioni regionali”.

Forza Italia: impegno mantenuto

Dai capigruppo di Forza Italia al Senato e alla Camera piena soddisfazione. “Si passa, dunque, dalle parole ai fatti”, osservano Licia Ronzulli e Alessandro Cattaneo, “si tratta dell’avvio di un percorso che dovrà essere condiviso in Parlamento, dove il testo potrà essere ulteriormente migliorato. Avevamo promesso che non ci sarebbero stati cittadini di serie A e di serie B, abbiamo mantenuto questo impegno”

La protesta del sindacato

Per il leader della Cgil Maurizio Landini, l’Autonomia differenziata, è una decisione “Che va contro il Paese che è già diviso, ha già troppe disuguaglianze. Non è quello di cui ha bisogno”.

Gli altri punti del Cdm

All’ordine del giorno del Consiglio dei ministri anche altri provvedimenti minori. Il Cdm ha dato il via libera al regolamento in materia di donazione del proprio corpo e dei tessuti post mortem a fini di studio, formazione e ricerca scientifica, oltre al disegno di legge di ratifica ed esecuzione dell’accordo con il Gabinetto dei ministri dell’Ucraina sulla cooperazione di polizia, fatto a Kiev il 10 giugno 2021.

Condividi questo articolo:
Sponsor

Articoli correlati

Napoli, De Luca “Il Cardarelli deve diventare primo ospedale in Italia”

Redazione

Il neo Prefetto Sgaraglia visita la Questura di Milano

Redazione

Netanyahu: pronti all’invasione. Biden: stop attacchi dei coloni

Antonio Gesualdi

Lascia un commento

Questo modulo raccoglie il tuo nome, la tua email e il tuo messaggio in modo da permetterci di tenere traccia dei commenti sul nostro sito. Per inviare il tuo commento, accetta il trattamento dei dati personali mettendo una spunta nel apposito checkbox sotto:
Usando questo form, acconsenti al trattamento dei dati ivi inseriti conformemente alla Privacy Policy de La Discussione.