domenica, 24 Novembre, 2024
Lavoro

Veronese (Uil): crescono gli infortuni sul lavoro. Cifre indegne per un Paese civile. Servono prevenzione e legalità

Aumentano gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali. Cifre che la Uil definisce “indegne di un Paese civile”, per questo il sindacato chiede che vengano assicurate nuove tutele di “prevenzione e legalità”.

“Ieri un macchinario in un frantoio ha amputato un braccio a una lavoratrice. Ci vuole stomaco a descrivere una cosa simile come ‘incidente sul lavoro’, quella donna”, racconta Ivana Veronese, segretaria Confederale della Uil con delega al lavoro, “fortunatamente, è ancora viva ma la sua vita è segnata per sempre”.

Un caso drammatico

Un infortunio come molti altri che segnala, ormai tristemente e quotidianamente, una situazione di grave difficoltà in cui versa il mondo del lavoro nel capitolo sicurezza. “Le autorità competenti faranno tutte le indagini del caso e accerteranno le responsabilità ma noi”, sottolinea l’esponente sindacale, “come Uil, pensiamo che non possiamo, non vogliamo essere una società dove una persona possa perdere un arto sul posto di lavoro per un incidente”.

L’aumento incivile degli infortuni

L’Inail ha pubblicato i dati relativi all’intera annualità 2022 e sono cifre che ancora una volta dimostrano che il lavoro non ha tutele sufficienti di sicurezza.

“Rispetto al 2021”, annota la Uil, “le denunce di infortunio sul lavoro sono aumentate del 25,7 per cento, arrivando a un totale di 697.773. Crescono anche rispetto al 2019 anno pre pandemia”. “Crescono le malattie professionali, crescono in modo impressionante gli infortuni per i giovani fino a 40 anni”, evidenzia ancora Ivana Veronese, “Cifre impressionanti e vergognose, indegne di un Paese civile. Noi, con la nostra campagna Zero morti sul lavoro, vogliamo lottare perché sia assicurata la prevenzione e la legalità, in ogni posto di lavoro.

Perché nessun infortunio possa essere mai considerato “ordinaria amministrazione”, perché a ogni persona e alla sua salute venga riconosciuta la sacralità che le è propria”.

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